UN MEDICO CHE LASCIA
UN OTTIMO RICORDO
Uno stimato
professionista, un uomo sensibile.
Eugenio Mammone |
San Nicola
Arcella.
Il prossimo 30 gennaio, 2019, dopo quarantuno anni di ben proficua e
onoratissima professione medica, sarà collocato a riposo, per raggiunti limiti
di età e di servizio, il dott. Eugenio Mammone, Medico di base di San Nicola
Arcella, ove viene esercitando dal 1985. Laureatosi nel secondo quinquennio
degli anni Settanta, ha svolto dapprima la sua attività di Medico chirurgo,
quale tirocinante, nel reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Cetraro, indi
medico di Medicina Generale in una Casa di cura di Belvedere Marittimo, nonché
Medico Generico convenzionato con gli ex Enti Mutualistici prima e Servizio
Sanitario Nazionale poi nel Comune di Verbicaro sino al mese di marzo del 1985,
anno del suo trasferimento nel Comune di San Nicola Arcella, per dedicarsi,
anima e corpo, a quest’ultima Comunità, che avrà a festeggiarlo, sicuramente, e
devotamente, alla grande, per l’eccellente servizio ad essa prestato. Sin dai
primissimi tempi, egli intese, infatti, la sua professione come una missione,
tant’è che, nell’estate, pare, del 1986, io stesso, allora, vigile urbano
estivo, accompagnandolo in zona “Baia Azzurra” ove era stato chiamato a constatare,
quale medico sanitario, l’avvenuto decesso d’un signore partenopeo, potei
ammirare la dedizione con la quale egli, dopo averne redatto la certificazione
di morte, si attivò, da me coadiuvato (su richiesta d’un congiunto, distrutto
dal dolore), anche a svestirlo, lavarlo e a rivestirlo con cravatta: cose,
queste, che oggi fanno soltanto i necrofori.
Una veduta di San Nicola Arcella |
Dedizione, la sua, associata,
ovviamente, anche ad alta professionalità, come più volte, da lui dimostrato,
in casi di provvidenziali atti di soccorso: uno per tutti, quello in cui (su
precipitosa richiesta del compaesano, oratore-pittore- poeta-scrittore, rag.
Gennaro De Luca) riportò in vita, quand’era ormai per tutti morto, un signore
del posto, accanendosi, in un mirato e accurato massaggio cardiaco. Il tragediografo-poeta-scrittore
sannicolese (Medaglia d’Oro dell’Ordine dei Medici di Milano), dott. Franco Lo
Schiavo (che la Laurea in Medicina e Chirurgia, con successiva Specializzazione
in Otorino-Laringo-Odontoiatria, l’aveva conseguita, a soli 23 anni, nel
lontano 1923 con l’insigne Clinico, ultranonagenario, Antonio Cardarelli) si
rivolgeva spesso al Mammone per prescrizioni mediche, e mi diceva di lui: “È un
eccezionale teorico: sa veramente tutto di Medicina; tutto, nei minimi
particolari: preparatissimo sia in anatomofisiologia che in patodiagnostica”: e
di tutto ciò ho potuto, anch’io, nel mio piccolo, avere, spesso, contezza e
conferma; in particolare, quella volta in cui mi fece, durante una passeggiata,
una lunga, approfondita, particolareggiata e intelligibile dissertazione
sull’emoglobina glicosilata, con addentellati e parallelismi su altri
argomenti. Persino un assai noto giornalista televisivo, nell’omaggiare di un
suo volume il Mammone, ne scrisse, tra l’altro, nella dedica in esergo, dopo averne
avuto, in una serata trascorsa insieme in San Nicola Arcella, la diagnosi al
volo di una sua patologia che solo dopo tanti e svariati consulti era riuscito,
in precedenza, a ottenere con esattezza: “Al dott. Eugenio Mammone, un Medico
d’altri tempi, con affetto e simpatia”. Il Mammone, proprio grazie a questa sua
fama di gran conoscitore della caduceata Arte medica, nonché galenica, ha avuto
pazienti provenienti anche da altre Condotte, e un Ambulatorio che continua ad
avere in quel di Verbicaro, patria natia della sua amata consorte, prof.ssa
Angiolina Aloise, in quiescenza da alcuni anni, dopo avere insegnato Lingua e
Letteratura Francese presso il Liceo Scientifico di Scalea, di cui ebbe ad
essere anche Vicepreside, ed essere stata anche Giudice del Premio letterario
“San Nicola Arcella-Franco Lo Schiavo”, con Presidente di Giuria, Mario
Sansone. Il nostro Mammone (che è stato anche, e sempre, come un nostro padre,
fratello, amico e confidente) è
destinato a restare nel cuore (oltre che del “Gentil sesso”, per fascino e
squisita garbatezza) puranche di tutti gli sportivi dell’Alto Tirreno Cosentino
venuti a contatto con lui quale Specialista in Medicina dello Sport.
Il
dott. Eugenio Mammone (dal bell’aspetto signorile), sia come Medico dello Sport
che Medico di Medicina Generale (Medico di famiglia) è destinato, dunque, a
lasciare un’orma assai profonda e indelebile in questo borgo calabrese (che,
dal 1985, lo adottò anche come membro della propria Comunità, essendo egli originario
di Rose, Cosenza, ove ebbe i natali nel 1949). La lascerà, sicuramente, ancor
più marcata, diùtina e nobilitante di quanto ebbe a lasciarla il suo
predecessore, oriundo di Grisolia, dott. Biagio Salemme, al quale, per
dedizione e vocazione alla Professione medica, fu eretto un “Busto alla
Memoria”, ai margini di Via Nazionale. Il Mammone visse a Rose durante tutta la
fanciullezza e poi a Cosenza fino al termine del suo studentato presso
l’Università di Napoli (ove si distinse, oltre che per il buon profitto anche
per essere un po’ ribelle), e fu alimentato con i genuini frutti della terra “a
filiera corta”, ossia acquistati presso
i contadini del posto, e con il latte che uno di questi gli portava ogni
mattina, dopo che il padre (del Mammone), un gentiluomo dal cuore umile, nobile
e magnanimo, gli aveva comprato un asino per facilitargli il tragitto e il
lavoro nei campi. Il dott. Mammone ha espletato, possiamo ben dire, senza tema
di smentita da parte di nessuno, la sua Professione medica, in San Nicola
Arcella e in Verbicaro, in maniera impeccabile, con massima Dedizione,
Efficientismo, Onestà e Deontologia, e, quindi, sempre sotto l’alta guida di
Apollo (dio della Medicina), e in ossequio al giuramento ippocratico, al cui
paternalismo si è sempre strettamente attenuto. Mai, egli, infatti, è stato
tacciato o rimproverato di comportamento scorretto o errore professionale. E
mai, io -che del suo Ambulatorio sono stato, per motivi di salute, un
frequentatore assiduo- posso dire, l’ho visto una volta arrabbiato, scontroso
od offensivo nei confronti di qualcuno, né di quelli che parlassero ad alta
voce in sala d’attesa.
L'Isola di Dino |
E
mai e poi mai l’ho visto rimandare indietro qualcuno che si fosse presentato
alla porta dopo l’orario di chiusura. E quanta gente, impossibilitata a
muoversi da casa, egli ha servito, raggiungendola sul posto, o telefonicamente,
e, nei tempi in cui non c’era ancora il computer per le ricette, quante volte
egli ha ricevuto, fuori orario, oltre alle consuete telefonate anche, e
soprattutto, pazienti, a casa propria, a cui prescrivere medicinali, perché
usciti quel giorno, magari, da un ospedale, o rilasciare impegnative perché in
partenza per qualche visita specialistica d’urgenza, o ricovero. Egli, inoltre, pur essendo stato sempre
addentro anche alla “Cosa pubblica”, non ha mai accettato di ricoprirne cariche
amministrative d’alcun genere: e questo al solo scopo di non distrarsi mai
dalla sua delicatissima e importantissima “Missione” che è stata sempre quella
di salvaguardare, con particolare intonazione d’importanza (preventivamente o
terapeuticamente), la salute dei suoi concittadini. La maggior parte dei
professionisti che incappano negli ingranaggi della politica, raramente
riescono, poi, a svolgere egregiamente la loro principale attività. E il dott.
Mammone (nobile e signorile, come già accennato, nel tratto e nello spirito),
questo lo ha sempre saputo, anche quando i tentativi di accalappiarlo son
venuti a farsi sempre più insistenti, attanaglianti e allettanti. Sicuramente,
quindi, il Mammone (in cui la signorilità gareggia sempre con la
professionalità), un medico che tutti rimpiangeremo: e ciò anche per essere
egli stato (e lo sarà, ahimè, per soli altri pochi giorni ancora) sempre ligio,
e presente, al proprio Dovere e alla propria Missione, spesso rinunciando (con
nobiltà di cuore e di mente) persino alla fruizione delle proprie ferie.
San Nicola Arcella l'Arcomagno |
Anche
quando, agli albori degli anni zero, dovette essere operato per un episodio
emorragico cerebrale, egli, dopo pochi giorni, riprese a esercitare. È stato un
medico dotato di un grande intuito con cui è riuscito a discernere, con o senza
stetoscopio, qualsivoglia patologia broncopolmonare et similia, senza mai
sbagliarsi. Non possiamo, dunque, che ringraziarlo, “ab imo pectore”, per tutto
il suo operato a proficuità e a sostegno della nostra salute, ed augurargli una
diuturna e felicissima “quiescenza”, che, appunto, dal 1° febbraio p.v. potrà
iniziare a godersi, unitamente all’assai umile e gentilissima moglie, N. D. Angiolina,
al figlio, Emiliano, che gli ha fatto dono di una bellissima nipotina, e alla
elegante e bellissima figlia Amélie, che esplica la sua attività di avvocato
nella Città della Lupa, dove si è anche sposata ed ha avuto un figlio per il
quale, il dottore, appena nato, ebbe a improvvisarsi, ricordo, per avermela
declamata, anche poeta, dedicandogli una sentitissima e bellissima poesia.
Nicolino Longo