Ministro della Salute o Ponzio Pilato?
di Clara Lidia Settimo
Quando l'attuale Ministro
della Salute Giulia Grillo, era una semplice deputata 5Stelle, si opponeva a
spada tratta all'installazione delle antenne del Muos in Sicilia, sottolineando
il rischio per i cittadini niscemesi di una continua esposizione alle onde
elettromagnetiche, malgrado le rassicurazioni fornite ai tempi dall'Istituto
Superiore di Sanità. Invocando il Principio di Precauzione, la Grillo così tuonava:
“Non ci interessa un monitoraggio ambientale ex post. I cittadini non sono
delle cavie da laboratorio, per cui noi facciamo prima l'esperimento e poi se
stanno male, pazienza… Andava valutato il rischio prima, andava effettuato un
modello previsionale di studio sugli effetti prima, e non dopo.”
Parole
che sembrerebbero adesso calzare perfettamente a quanto invocato per la
“sperimentazione del 5G” - la nuova generazione di telefonia mobile - da
numerosi scienziati, dai medici di Isde Italia, dai ricercatori dell'Istituto
Ramazzini, da numerose associazioni di malati ambientali e antielettrosmog, e
anche dalla trasmissione Report, che di recente si è occupata in modo
dettagliato del tema.
In
una richiesta di moratoria all'implementazione del 5G sottoscritta da oltre 180
scienziati di 36 Paesi, viene sottolineato infatti che “numerose recenti
pubblicazioni scientifiche hanno mostrato che i CEM (campi elettromagnetici)
influenzano gli organismi viventi a intensità molto inferiori a quelle della
maggioranza dei valori di riferimento nazionali e internazionali. Gli effetti
includono l'aumento del rischio di cancro, lo stress cellulare, l'aumento dei
radicali liberi, i danni genetici, i cambiamenti strutturali e funzionali del
sistema riproduttivo, i deficit di apprendimento e di memoria, i disturbi
neurologici e gli impatti negativi sul benessere generale degli esseri umani. I
danni vanno ben oltre la razza umana, perché vi è una crescente evidenza degli
effetti sia per le piante che per la vita animale”.
I
firmatari invitano pertanto a “prendere tutte le misure ragionevoli per fermare
l'espansione di CEM-RF (campi elettromagnetici a radiofrequenza) da 5G finché
scienziati indipendenti non possano garantire che la tecnologia 5G e il livello
totale di radiazioni causate da CEM-RF (5G insieme a 2G, 3G, 4G e Wi-Fi) non
sono dannosi per i cittadini, in particolare i neonati, i bambini e le donne in
gravidanza, nonché l'ambiente.”
Come
risponde il Ministro Grillo alle suddette richieste? Ci aspettavamo che ripetesse
con voce da leonessa quanto affermava ai tempi del NoMuos: “Il Governo che non
tutela i propri cittadini è un Governo complice e assassino!”
Ma
i tempi evidentemente sono cambiati, e l'unica laconica risposta pervenuta è
quella alla trasmissione Report “Riguardo all'introduzione dello standard 5G,
si precisa in primo luogo che il Ministero della salute non è coinvolto nella governance delle relative attività, che
investono principalmente il Ministero dello sviluppo economico e il Ministro
dell'ambiente.”
Com'è
possibile che, a fronte delle segnalazioni di un rischio per la salute dei
cittadini proveniente da ampia parte della comunità scientifica indipendente,
il Ministro Grillo pilatescamente sostenga che la faccenda non la riguarda?
Nella
medesima lettera, il Ministero riconosce che “gli studi NTP e Ramazzini (che
hanno correlato telefonia mobile e tumori, NdA) forniscono altresì spunti molto
interessanti per ulteriori ricerche e approfondimenti, come evidenziato anche
dagli stessi autori”.
E
allora, caro Ministro Grillo, stanziamo i fondi e approfittiamo delle
eccellenze presenti sul nostro territorio per gli approfondimenti del caso, per
fare quello studio previsionale di cui parlava lei ai tempi e quindi per
autorizzare la partenza di una nuova tecnologia solo avendo la certezza che non
procuri danni alla popolazione. Perché, non lo dimentichi, il suo Ministero non
solo è tenuto a far rispettare l'Articolo 32 della Costituzione, ma ha anche
l'onere, in base al principio dell'OMS della “salute in tutte le politiche”, di
riorientare il complesso delle politiche economiche e sociali, di sviluppo
tecnologico, del lavoro, della casa e dell'ambiente al rispetto della tutela
della salute dei cittadini.