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mercoledì 20 febbraio 2019

MONTE STELLA
Lettera aperta al Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli

Alberto Bonisoli

Milano, Febbraio, 2019

Apprezzamenti sul QT8 e il Monte Stella sono venuti da Fernand Léger, Walter Gropius, Luigi Piccinato, Giò Ponti, Bruno Zevi e Aldo Rossi. Piero Chiara, nel 1967 (nel libro di Mario De Biasi, La Donnina di Milano) ne ha colto l'essenza: «E qui, una struttura umana congelata nel cemento di un’epoca belluina quelle membra regge dentro le quali peregrinando alberga un sogno di forza e di bellezza, ora chiuso nell’equazione QT8». È un giudizio che va al cuore della vicenda.
Il Monte Stella, Memoriale della città di Milano martoriata dalla guerra, è antimonumentale o, se si vuole, «un monumento per difetto» (Adachiara Zevi, Monumenti per difetto. Dalle Fosse Ardeatine alle pietre d'inciampo, Donzelli, Roma 2014) perché trasforma un sacrario in un’architettura gioiosa, tanto integrata con il QT8, con la città e il paesaggio urbano - di cui è uno straordinario "caposaldo" (Piero Bottoni) - da sembrare lì da sempre.
Il Monte Stella è così docile, così ospitale e così poco retorico che qualcuno ha pensato di appropriarsene per costruirvi un cimitero-mausoleo. E questo cambiando le carte in tavola: modificando quello che è scritto nell'Atto costitutivo dell'Associazione del Giardino dei Giusti del 13.11.2008: «La Associazione ha per finalità l’individuazione delle figure di rilievo alle quali dedicare un riconoscimento e la relativa piantumazione di un albero nel Giardino dei Giusti. L’albero può essere dedicato a persone viventi o alla memoria».
Così si è presentato dapprima il Giardino dei Giusti sul Monte Stella: un albero, un cippo. Una presenza discreta ben accolta dai cittadini. Ma poi, ambendo a una visibilità tronfia e retorica, i promotori hanno pensato bene di cambiare i termini dell’accordo sottoscritto con il Comune di Milano (mai modificato), puntando prima su una logica da stand fieristico in pietra (primo progetto, dagli stessi promotori ora giudicato sbagliato) e da ultimo sull'imitazione di un cimitero.
Quello scelto - violentare un capolavoro di architettura del paesaggio - è il modo peggiore per celebrare i Giusti.
Giancarlo Consonni
Graziella Tonon
Direzione scientifica dell’Archivio Piero Bottoni