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lunedì 11 febbraio 2019

RIFLESSIONI SULL'ERA NUCLEARE
di Giuseppe Bruzzone


Leggendo le notizie fornite da alcuni quotidiani on-line "Corriere della Sera"- "la Repubblica", per esempio, sono stato attirato da una in particolare. L'annuncio che il Presidente americano Trump avrebbe invitato, sembra con stizza, l' Ufficio di Intelligence, che ha stilato un documento per cui non si rilevavano, oggi, pericoli nucleari da parte dell'Iran, a studiare meglio la situazione.
La notizia era però presentata con un appunto al Presidente che avrebbe sbagliato ortografia in una parte della risposta.
Non si commentava il fatto che un presidente eletto da circa 2 anni ( ex, forse, immobiliarista non da due locali con bagno, amico di tanti potentati, russi compresi) potesse permettersi di dare una tale risposta ai propri Uffici Federali che preesistevano al suo incarico attuale e sempre in relazione con precedenti Presidenti.
Certo, c'è un altro aspetto da considerare. Si sa che il genero del Presidente è molto legato ad ambienti israeliani. Lo Stato di Israele è notoriamente anti-Iran, tanto da permettersi, perfino, di bombardare zone siriane in cui, con permesso siriano, stazionano gruppi militari iraniani o loro alleati. Il Presidente americano avrebbe notizie di carattere contrario rispetto a quelle dei suoi Uffici? O forse, queste, non rispondevano al suo desiderio, molto accentuato, di attuare certe politiche indipendentemente dalla realtà? 
In tempi nucleari, sottolineo la parola nucleari, questo distacco, appunto, non sarebbe pericoloso per tutti? Si rivivrebbe un "gioco" già apparso con Kim-Jong sul tema del pulsante più grosso che uno dei due avrebbe avuto, per sconfiggere l'altro. Ma il "gioco" riguardava solo i due Presidenti? I loro popoli non c'entravano per niente? Qualcuno, illusoriamente, pensava di uscirne "vittorioso"? In Corea del Sud c'erano diverse migliaia di soldati americani e, presumibilmente, ci saranno ancora...
Proprio questo tema del pulsante mi ha fatto ricordare una certa valigetta chiamata "Football".
Sembrerebbe normale che da questo oggetto, con questo nome, possano derivarne milioni, se non miliardi di persone uccise in vari modi, a seconda delle circostanze? Mi spiace dirlo, ma sembrerebbe proprio così: "normale". È la valigetta, in questo caso, americana, di comando per "attacchi" o "difese" di vario grado, nucleare compreso, in tutte le parti del mondo. Insomma, non per niente, avendo un migliaio di basi militari sparse in varie zone geografiche, occorrerà sicuramente un mezzo che possa comunicare con tutte. Non c'è un pulsante che fa partire direttamente un'arma. Si dà disposizioni di farlo, in accordo con vari responsabili delle forze armate, previo riconoscimento con il biscuit (biscotto o galletta in termini militari -Dizionario Ragazzini italiano-inglese), tessera metallica con i codici che permettono a un Presidente di farsi riconoscere come "Commander in chief" a tutti i vari militari interessati al tipo di comando.
Non si sa se altri Presidenti di altri Stati (o non lo so io) abbiano valigette simili. È probabile che qualcuno possa averla. Sarebbe augurabile che oltre al non uso di questa, non abbia riferimenti a giochi di squadra o comunque sportivi. La storicità del presente non lo permetterebbe. La nostra presenza umana sul Pianeta Terra, e non lo dice solo il sottoscritto, modesto o immodesto che possa essere, è a rischio. Sarebbe utile che governati e governanti si rileggessero il Testamento spirituale di Einstein nato in quel primo periodo di nascita del nucleare, con tutte le angosce che molti fisici hanno attraversato e altri no, come può ancora succedere. Dopo non sarebbe ancora possibile e non vogliamo capire che non ci conviene, con l'intelligenza che abbiamo elaborato in tutta la nostra evoluzione sociale e storica fino ad oggi, tentare di riprovarci ancora.
Viva la nostra Umanità fatta di gioie e dolori, ma Umanità, che deve continuare la vita.

(Le informazioni su "Football "sono state ricavate da un articolo di Stefania Maurizi del 5 febbraio 2017 su "la Repubblica")