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domenica 24 marzo 2019

Taccuino
LA CASA-MUSEO BAGATTI VALSECCHI
di Angelo Gaccione

La facciata da via Gesù

Sono debitore da tempo a quella meraviglia che è la Casa-Museo Bagatti Valsecchi di via Gesù, dove sono stato una marea di volte, e dove continuo periodicamente ad andare insaziato, sia per rivederla, sia per seguire i magnifici concerti, soprattutto di clavicembalo ospitati nel Salone. In verità ne parlo spesso e l’ho anche citata in qualche scritto su Milano. Quando vado a zonzo per il “Quadrilatero”, se non vi salgo, non trascuro tuttavia di passare davanti ai due ingressi del palazzo (via Gesù, via Santo Spirito) e di infilare la splendida galleria con la serie di portici a colonnato, per ammirarne il ricamo del mosaico bianco e nero del pavimento e leggere le scritte latine che corrono sulle fasce dei frontali, sotto e sopra il loggiato: Non domui dominus sed domino domus…

Uno dei cortili

Sono così belle queste case, che vi basterà affacciarvi nella Camera Rossa o dare una semplice occhiata alla Camera Valtellinese, per rimanerne incantati. E chi se le è costruite, fosse pure stato guastato da un personale “difetto” morale, da queste case avrebbe lo stesso ricevuto un immenso pubblico decoro, tanto la bellezza con la sua concreta presenza è in grado di sedurci.
I fratelli Bagatti Valsecchi, Fausto e Giuseppe, entrambi architetti milanesi dal gusto raffinato e cultori dell’antico, hanno fatto della loro dimora un contenitore di armonia che ha allietato le loro esistenze, e di cui oggi anche noi possiamo a nostra volta godere. Un collezionismo, il loro, che ha reso questo palazzo signorile uno dei musei privati unanimemente considerato fra i meglio conservati d’Europa.

Camera Rossa

Contrariamente a quanto mi ero proposto, non ve lo racconterò. Voglio lasciarvene tutta la stupefacente sorpresa e ingolosirvi con una serie di immagini che dicono più di qualsivoglia parola. E poiché un omaggio era doveroso, a personale risarcimento, ho messo in versi un po’ di suggestioni nate dalla mia più recente visita, avvenuta domenica 17 marzo scorso, in occasione del concerto dedicato prevalentemente a Rameau, ma che non ha trascurato uno sguardo anche a Marais e Forqueray.  

 
Lo scalone


IL MUSEO DI VIA GESÙ

Un grigio pomeriggio di marzo,
Caos arrivò in via Gesù
e salì lo scalone del Museo*.
Sciamò a piacimento tra la Camera Verde,
la Rossa, e la Sala della Stufa Valtellinese.
In quella dell’Affresco sostò a lungo,
e nella Camera di Fausto si incantò al polittico*:
vi si sarebbe perso come in un sogno
se a interrompere l’oblio non fosse giunto
il celestiale suono di un clavicembalo
misto a quello di un flauto e viola da gamba,
effondersi come un’onda benigna,
lungo il Passaggio del Labirinto.
C’era un pubblico assorto nel Salone,
e anche Calliope era rapita.
Piano si avvicinò alla Bellezza
- che lì era di casa -
e le sussurrò lieve all’orecchio:
“Vieni, ti porto per il mondo…”
“Io resto qui” gli rispose,
“la bellezza è un bene fragile*”.

Angelo Gaccione
Milano, 18 marzo 2019

Note:

1. Si tratta del Museo Bagatti Valsecchi di Milano.

2. Sopra il letto il grande polittico Madonna in trono con i santi di Giovan Pietro Rizzoli detto il Giampietrino, allievo milanese di Leonardo. Sulla parete opposta della stessa camera, Il Redentore, un tempo parte integrante del polittico.

3. Cit. da Ovidio.

                                               
                                              GALLERIA

L'ingresso da via Santo Spirito

Galleria della Cupola

Sala da Pranzo


Salone


Sala Bevilacqua


Sala dell'Affresco

Camera da letto Valtellinese
col Polittico


Camera da letto (in profondità)


Scalone d'ingresso

 
Il colonnato e i pavimenti a mosaico

Altra veduta dei cortili