LA CASA-MUSEO BAGATTI VALSECCHI
di Angelo Gaccione
La facciata da via Gesù |
Sono debitore da tempo a quella
meraviglia che è la Casa-Museo Bagatti Valsecchi di via Gesù, dove sono stato
una marea di volte, e dove continuo periodicamente ad andare insaziato, sia per
rivederla, sia per seguire i magnifici concerti, soprattutto di clavicembalo
ospitati nel Salone. In verità ne parlo spesso e l’ho anche citata in qualche
scritto su Milano. Quando vado a zonzo per il “Quadrilatero”, se non vi salgo,
non trascuro tuttavia di passare davanti ai due ingressi del palazzo (via Gesù,
via Santo Spirito) e di infilare la splendida galleria con la serie di portici
a colonnato, per ammirarne il ricamo del mosaico bianco e nero del pavimento e
leggere le scritte latine che corrono sulle fasce dei frontali, sotto e sopra
il loggiato: Non domui dominus sed domino
domus…
Uno dei cortili |
Sono così
belle queste case, che vi basterà affacciarvi nella Camera Rossa o dare una
semplice occhiata alla Camera Valtellinese, per rimanerne incantati. E chi se
le è costruite, fosse pure stato guastato da un personale “difetto” morale, da
queste case avrebbe lo stesso ricevuto un immenso pubblico decoro, tanto la
bellezza con la sua concreta presenza è in grado di sedurci.
I fratelli
Bagatti Valsecchi, Fausto e Giuseppe, entrambi architetti milanesi dal gusto
raffinato e cultori dell’antico, hanno fatto della loro dimora un contenitore
di armonia che ha allietato le loro esistenze, e di cui oggi anche noi possiamo
a nostra volta godere. Un collezionismo, il loro, che ha reso questo palazzo
signorile uno dei musei privati unanimemente considerato fra i meglio
conservati d’Europa.
Camera Rossa |
Contrariamente
a quanto mi ero proposto, non ve lo racconterò. Voglio lasciarvene tutta la
stupefacente sorpresa e ingolosirvi con una serie di immagini che dicono più di
qualsivoglia parola. E poiché un omaggio era doveroso, a personale
risarcimento, ho messo in versi un po’ di suggestioni nate dalla mia più
recente visita, avvenuta domenica 17 marzo scorso, in occasione del concerto
dedicato prevalentemente a Rameau, ma che non ha trascurato uno sguardo anche a
Marais e Forqueray.
IL MUSEO DI VIA GESÙ
Un grigio
pomeriggio di marzo,
Caos arrivò
in via Gesù
e salì lo
scalone del Museo*.
Sciamò a
piacimento tra la Camera Verde,
la Rossa, e
la Sala della Stufa Valtellinese.
In quella
dell’Affresco sostò a lungo,
e nella Camera
di Fausto si incantò al polittico*:
vi si
sarebbe perso come in un sogno
se a
interrompere l’oblio non fosse giunto
il
celestiale suono di un clavicembalo
misto a
quello di un flauto e viola da gamba,
effondersi
come un’onda benigna,
lungo il
Passaggio del Labirinto.
C’era un
pubblico assorto nel Salone,
e anche
Calliope era rapita.
Piano si
avvicinò alla Bellezza
- che lì era
di casa -
e le
sussurrò lieve all’orecchio:
“Vieni, ti
porto per il mondo…”
“Io resto
qui” gli rispose,
“la bellezza
è un bene fragile*”.
Angelo Gaccione
Milano, 18 marzo 2019
Note:
1. Si tratta del Museo Bagatti Valsecchi di Milano.
2. Sopra il letto il grande polittico Madonna in trono con i santi di Giovan
Pietro Rizzoli detto il Giampietrino, allievo milanese di Leonardo. Sulla
parete opposta della stessa camera, Il
Redentore, un tempo parte integrante del polittico.
3. Cit. da Ovidio.
L'ingresso da via Santo Spirito |
Galleria della Cupola |
Sala da Pranzo |
Sala dell'Affresco |
Camera da letto Valtellinese col Polittico |
Camera da letto (in profondità) |
Scalone d'ingresso |
Il colonnato e i pavimenti a mosaico |
Altra veduta dei cortili |