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lunedì 1 luglio 2019

Taccuino
PAOLO GRASSI E PAVIA
di Angelo Gaccione

Paolo Grassi

Di quella difficile ed esaltante stagione amministrativa, politica e culturale che è stata la Pavia del sindaco socialista Elio Veltri, a cavallo fra gli anni Settanta ed Ottanta, la voce teatro ha avuto un suo spazio e un suo rilievo. E questo è stato possibile soprattutto in virtù dei solidi legami del militante socialista Veltri, con altrettanti prestigiosi intellettuali socialisti che del mondo del teatro e dello spettacolo erano parte integrante, soprattutto Giorgio Strehler e Paolo Grassi. Entrambi, com’è noto, erano socialisti, stavano a Milano e si occupavano del “Piccolo” di via Rovello. Grassi, in verità, si occuperà anche del Teatro alla Scala prima, e della più grande industria culturale del Paese dopo, la Rai, divenendone presidente. Ad ogni modo questa lontananza non impediva a Grassi di collaborare con l’amico Veltri, e a questi di richiedere al sovrintendente della Scala consigli, appoggi, contatti, e spesso la presenza fisica nella città che amministrava, e dentro i saloni del Teatro Fraschini dove non avvenivano solo le performance teatrali, ma a volte le riunioni dello stesso Consiglio Comunale. Il 20 novembre 1974 Grassi a Pavia ci va per il concerto dell’Orchestra della Scala diretta dal maestro Claudio Abbado, voluto dall’Amministrazione per i lavoratori della Necchi e che si svolse nella Sala mensa di quella importante azienda. Grassi rimane ammirato della attenta e diligente partecipazione dei lavoratori, ed il giorno dopo (21 novembre), su carta intestata del Teatro alla Scala scrive entusiasta all’amico sindaco questa lettera che vale la pena riportare.

Elio Veltri

Caro Elio,                                                                                                                   ancora una volta abbiamo vinto e abbiamo vinto ancora una volta insieme, in quello spiritosocialistache non è fatto soltanto di tessere o di azioni politiche o di atto politico ma di profonda convinzione ideale che anima te e che anima me, che ci ha fatti incontrare, che ci fa lavorare sottobraccio. L’esperienza di ieri è stata semplicemente toccante e tutti noi ne portiamo un ricordo indelebile. A te e alla Giunta Comunale di Pavia, promotrice dell’iniziativa, il pensiero affettuoso, fervido, solidale del Teatro alla Scala e il mio.
Un abbraccio                                                             
Paolo  
  
Il 23 settembre del 1974 in una precedente lettera Paolo Grassi annuncia all’amico Veltri l’arrivo in Italia “di uno dei migliori teatri sovietici, il Teatro della Satira di Mosca, diretto da Pucek”, e gli propone la messa in scena anche al Teatro Fraschini, visto che la Compagnia si muoverà in tournée in alcune città del Nord. Ma forse la data che resterà storica nel rapporto fra Grassi e la città che conserva le spoglie di Agostino e Boezio, è quella che ha visto domenica 24 settembre del 1978 al Teatro Fraschini, svolgersi la celebrazione del XXX Concorso Internazionale per i programmi radiofonici e televisivi. Il celeberrimo “Premio Italia” noto in tutto il mondo. E da mezzo mondo, infatti, erano venuti a Pavia (Stati Uniti, Svezia e Gran Bretagna compresi), le troupe televisive per documentare l’evento, alla presenza di personalità della cultura, della politica, dell’arte in generale. Pavia non era stata scelta a caso per celebrare l’evento della Rai, e di quella Rai Paolo Grassi in quegli anni era il presidente. Si cementava un legame che la memoria non avrebbe disperso.