Pagine

martedì 6 agosto 2019

La poesia
Mio nonno ascoltava Beethoven 



Mio nonno ascoltava Beethoven
nel silenzio della sua stanza
e gesticolava con le mani
negli echi di un ritmo danzate
Di notte dirigeva
l'orchestra della vita
e misurava gli anni
con lo schioccare
delle dita
Spesso mi raccontava
che il tempo è un residuo
di giorni nella sabbia
della memoria e che le ore
non si contano nella cifra
dell'orologio
Aveva la sapienza
degli ultimi naufraghi
nell'isola della storia
e leggendo i giornali
del mattino mi intrecciava
con sguardi di fuoco
oltre la cronaca
lo spazio delle mie vacanze
tra distrazioni e fughe
di piazza
Mio nonno c'era sempre
con il passo da dio
a domandare conoscenze
e a dirigere dalla trincea
mai abbandonata i sentieri
di paese. 
Andò via in un dì di maggio
senza avvisare nessuno
e tracciò cammini.
nella pausa della morte
dopo aver compreso
che i secoli si lacerano
per assenza di virtù
Raccolsi un testamento
che mio padre firmò
con il pianto della mancanza
che ascoltai tra parole
di sale e promesse
di ubbidienza
Mia madre fu tessitrice
di magia che porto
nella pazienza
di una solitudine vera
Sto tra le rose e le orchidee
a dare vanto a ciò
che non ho più  e so
che chiedere l'infinito
non è impossibile
perché in ogni vita vissuta
ciò che ho trovato
mi è stato donato
senza nulla tradire tra passi
mai dimenticati
Mio nonno ascolta Beethoven
mio padre è un viandante
io e mia madre siamo
nel tango delle capinere.

[Pierfranco Bruni]