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mercoledì 16 ottobre 2019

ALBERTO TONI
di Vincenzo Guarracino

Alberto Toni
(Foto: Dino Ignani)

Un uomo di grande fedeltà e coerenza, Alberto Toni, che recentemente ci ha lasciato, lasciando tutti sgomenti: fedeltà alla poesia e alla vita; coerenza con un’idea luminosa dell’amicizia e dei sentimenti.
Fedeltà e coerenza sintetizzabili nel modo con cui lui stesso in un testo recente aveva fissato, in memoria, la vita di sua madre: “testimonianza di umanità”, parole e comportamenti, impressi nella sobria sostanza di ciò che veramente serve, in un modo di sentire e vivere il tempo come sentimento che lega in modo essenziale una comunità di spiriti oltre ogni apparenza e illusione. A rischio di “perdere un po’ d’ego”, ma deciso a dare senso e concretezza, in una dizione via via sempre più aspra e tesa, al “tempo dell’origine”, a un sistema di valori incarnato in figure fondanti della sua vita, in primo luogo quelle parentali, e nella “pietà per gli inascoltati”, nei “corpi da proteggere” dei reietti della vita e della storia.
Ecco, Alberto era così: “costante più che petra”, come si definisce in un esergo con le parole di Dante, uno capace di accogliere il dramma della vita e dello spirito dell’uomo nella rigorosa misura dei suoi gesti per restituircene il senso nei versi di tante sue raccolte poetiche, fino all’ultima, recentissima Non c’è corpo perfetto (Algra Editore, Catania 2018), giunto a sigillo e conclusione di un itinerario poetico esemplare, partito dalle prime prove poetiche, da La chiara immagine dell’esordio nel 1987 e proseguito con Vivo così, uscito nel 2014, e soprattutto con Il dolore, una raccolta veramente memorabile del 2016.
Ed è proprio sull’attacco di quest’ultimo libro, dall’allegoria che lo apre, ossia dalla “trota sannita” così umana e montaliana, che conviene soffermarsi per mettere in evidenza anche gli esiti di quest’estrema raccolta, grazie alla quale, come dice Maurizio Cucchi, la sua “presenza” nella scena poetica contemporanea si incide vieppiù “netta e decisamente persuasiva”, non solo per le sue capacità per così dire “tecniche”, formali, ma soprattutto per un “pensiero poetico” (una volta, lo si definiva, messaggio, come io non mi vergogno di continuare a chiamarlo) che gli fa con assoluta naturalezza inglobare nel suo dire osservazioni e riflessioni, a dare il senso dell’inquietante “complessità del mondo”, tra trasalimenti e memorie. Era già lì, nella trota, quel che appare negli elementi che sono qui, in Non c’è corpo perfetto, il segno e il nodo stesso di tutta la poesia di Alberto, sul margine di un “addio” (presagito profeticamente in un testo della sezione eponima): come volontà dichiarata, già in Vivo così, di esserci nel proprio presente, costi quel che costi, quasi in una continua sfida (attraverso la scrittura), giorno per giorno, godendo dei minimi piaceri, di una “bellezza ruvida e transitoria” appena intravista e già sfuggita, a dispetto dell’illusione “di non doverti fermare mai”.

La copertina del libro

Alberto Toni
Non c’è corpo perfetto
Algra Editore, Catania 2018
Pagg. 95, € 10,00