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venerdì 13 dicembre 2019

RAFFAELE NOBILE È MORTO

Raffaele Nobile
e il suo inseparabile violino

“Comunichiamo a tutti gli interessati la triste notizia dell'improvviso decesso di Raffaele Nobile, avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì in seguito a un grave incidente cardiovascolare. Il funerale sarà celebrato domani 13 dicembre, venerdì, nella chiesa del Carmine di Voghera, alle ore 11.
Questo indirizzo e-mail rimane provvisoriamente attivo per scambi e risposte”.




È questo il tremendo laconico comunicato arrivato via email ieri 12 dicembre, dall’indirizzo email “gattoteofilo” di Raffaele poco prima di recarmi alla manifestazione in ricordo per Pinelli in piazza Cavour. Sono rimasto di ghiaccio: avevo sentito Raffaele appena qualche giorno fa, e questa sera avrebbe dovuto suonare, col suo inseparabile violino, all’incontro per la presentazione del mio libro, alla Libreria Živago di via Vallazze. Non sappiamo come è potuto succedere, visto che nulla, nessun indizio, aveva preavvertito Raffaele che stava bene, ed era di recente venuto sia alla Biblioteca di Settimo Milanese, sia alla Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani. Ieri Tomaso Kemeny introducendo l’incontro alla Casa della Poesia ha dato la notizia ai presenti, altrettanto ho fatto io prima della lettura. Quello che possiamo dire ai nostri lettori, e a quanti lo hanno conosciuto, è che Raffaele è stato “l’ultimo menestrello metropolitano”, come l’ho sempre definito. 



Il suo violino e le sue ballate hanno attraversato la città di Milano e non solo, e lui è stato sempre disponibile e generoso verso tutti. Ho parlato di lui in un libro su Milano che uscirà nei prossimi mesi; non gli avevo detto nulla perché volevo fargli una sorpresa e ora mi pento di non averlo fatto, perché so che gli avrebbe fatto piacere. “Odissea” ha sempre dato notizia delle sue numerose iniziative che purtroppo il destino ha interrotto: avevamo preso accordi per una bella giornata poetica nel suo giardino di Voghera la prossima primavera, quando il tempo sarebbe stato più mite. Non abbiamo fatto in tempo: il suo violino, da cui non si separava mai, è stato costretto a tacere. Come il violino di Dalibor, lo sfortunato musicista boemo della mia fiaba, che lui aveva messo in musica. Nel formulare le condoglianze più affettuose alla sua compagna e nostra amica Jole Mura, “Odissea” lancia un invito, sin da ora, a tutti i poeti e alle associazioni letterarie milanesi che lo hanno visto sempre presente e disponibile, per preparare un degno ricordo del menestrello e dell’uomo. [Angelo Gaccione]