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sabato 21 marzo 2020

QUALCHE PRECISAZIONE


A proposito dell’articolo di Fosco Giannini pubblicato su “Odissea” mercoledì il 18 marzo vorrei fare qualche osservazione. Non tanto sul tema del dolore. Ritengo esatto quanto scritto. Ma non credo che automaticamente cambiando il modo di produzione, agli altri Stati arriveranno fiori anziché bombe e distruzione. A mio parere nella modalità di produzione entrano in gioco altri fattori. Il fattore Stato, ad esempio, che persegue propri interessi anteponendoli a quelli altrui, a volte confliggendo con questi. Il comportamento delle persone che lo costituiscono che, nei fatti, delegano ad un gruppo di comando tutte le scelte che queste ritengono opportune comprese quelle "geo-politiche". Da lì quella "lontananza" dai dolori inflitti agli altri.
Posso dire che il problema, comunque, siamo sempre noi "persone", non il comunismo o il capitalismo. In guerra sono sempre morte loro, non le ideologie. Prova ne è l'oggi con la situazione nucleare che stiamo vivendo. Ci rendiamo conto che abbiamo delegato la nostra vita o la nostra morte ad un gruppo di comando ristretto mentre "noi" siamo miliardi? È in linea con la realtà di oggi questa situazione, o sostanziale colpa del comunismo o del capitalismo? Vogliamo prenderci questa responsabilità personale di non delegare nulla e operare tutti insieme per uno Stato che ubbidisca alle leggi vigenti del non uccidere all'interno e all'esterno di esso, per poi cambiare, in successione, tutti i rapporti sociali ed economici? Allora, oltre a salvarci, potremmo capire le sofferenze altrui.
Giuseppe  Bruzzone