QUALCHE PRECISAZIONE
A proposito dell’articolo di Fosco Giannini pubblicato su
“Odissea” mercoledì il 18 marzo vorrei fare
qualche osservazione. Non tanto sul tema del dolore. Ritengo esatto quanto
scritto. Ma non credo che automaticamente cambiando il modo di produzione, agli
altri Stati arriveranno fiori anziché bombe e distruzione. A mio parere nella
modalità di produzione entrano in gioco altri fattori. Il fattore Stato, ad
esempio, che persegue propri interessi anteponendoli a quelli altrui, a volte
confliggendo con questi. Il comportamento delle persone che lo costituiscono
che, nei fatti, delegano ad un gruppo di comando tutte le scelte che queste
ritengono opportune comprese quelle "geo-politiche". Da lì quella
"lontananza" dai dolori inflitti agli altri.
Posso dire che il problema, comunque,
siamo sempre noi "persone", non il comunismo o il capitalismo. In
guerra sono sempre morte loro, non le ideologie. Prova ne è l'oggi con la
situazione nucleare che stiamo vivendo. Ci rendiamo conto che abbiamo delegato
la nostra vita o la nostra morte ad un gruppo di comando ristretto mentre
"noi" siamo miliardi? È in linea con la realtà di oggi questa
situazione, o sostanziale colpa del comunismo o del capitalismo? Vogliamo
prenderci questa responsabilità personale di non delegare nulla e operare tutti
insieme per uno Stato che ubbidisca alle leggi vigenti del non uccidere
all'interno e all'esterno di esso, per poi cambiare, in successione, tutti i
rapporti sociali ed economici? Allora, oltre a salvarci, potremmo capire le sofferenze altrui.
Giuseppe Bruzzone