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domenica 5 aprile 2020

Spigolature
OMAGGIO A DE CHIRICO
di Angelo Gaccione

Santo Catanuto
"Omaggio a De Chirico"

Catania. Non capita tutti giorni di trovarsi forzatamente a casa, “ai domiciliari” come dico celiando io, ma in fondo mica tanto, per chi come noi la libertà l’ha più cara della vita; e come mi scrive in un messaggio Santo Catanuto, che “ai domiciliari” sarà pure, ma lo è ai piedi dell’Etna, di un Etna innevato, e con una distesa di mare davanti agli occhi e un clima che più primaverile non si può. E non capita tutti i giorni che un lapillo ti piombi nel proprio giardino; un lapillo “più tenero del basalto lavico” (sono ancora parole di Santo) che se ne è rimasto lì, buono ad aspettarti, fino a quando una sorta di predestinazione ti ha ricondotto da Milano nella tua isola, e una circostanza dolorosa, un virus che a Milano fa strage, ti trattiene colà. Ti trattiene al sicuro nella tua casa con giardino ai piedi dell’Etna e con davanti il mare, ed hai quel lapillo a portata di mano. Ti ricordi allora che la scultura l’hai pur sempre frequentata, anche se da tempo maneggi più il pennello che scalpello e mazzuolo. Ha una forma semisferica e ricorda vagamente una testa: in fondo non occorre molto per abbozzarne una forma che metta in rilievo occhi e labbra, per dare pronuncia ad un naso. Se volevi fare un omaggio al “dipintore di piazze vuote e sagome inerti (anche vagamente antropomorfe)” dall’atmosfera metafisica, in un tempo di non grandi slanci avanguardistici, non hai che metterti all’opera. Ed eccolo allora in tre foto questo “Omaggio a De Chirico”, nato da tre combinazioni che ha messo assieme un lapillo, un virus, un giardino, in un giorno di primavera.