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sabato 30 maggio 2020

Libri
FINZI E GUARRACINO

Vincenzo Guarracino

Questo libro dal titolo bellissimo e premonitore (Gilberto Finzi. Parole a guardia del futuro) che porta in copertina la formula della semplice curatela, avrebbe dovuto contemplare, a pieno titolo, il nome di Vincenzo Guarracino come autore a tutti gli effetti. Suoi sono i saggi che introducono con la solita maestria, con il solito acume critico, alcune delle raccolte poetiche prese in esame; sua la scelta dei testi poetici riprodotti; suo l’agile e prezioso itinerario culturale ed umano condito da notizie più private che molti di noi ignoravamo; sua la documentata bibliografia, e sua, infine, la scelta delle “Testimonianze” di amici ed estimatori del poeta mantovano, riprodotte a fondo volume. Quell’a cura ci conferma, ancora una volta, la generosità e la modestia di uno dei critici e letterati italiani fra i più attrezzati e duttili, e lo stile di una “scuola” intellettuale, di una civitas, che da anni sono scomparsi dall’orizzonte delle patrie lettere, e dunque il Cielo ce lo preservi a lungo. Di Gilberto Finzi Guarracino è stato più che un amico. Credo che assieme a Sanesi, costituissero una triade poetico-affettiva solidissima, cementata, oltre che da comuni interessi, da un profondo sentire umano e civile; da una assidua frequentazione e da una stima, come ora è difficile trovarne. Una fedeltà verso i due amici, questa di Guarracino, che si è rivelata immediata già all’indomani della loro scomparsa, e che è andata successivamente, consolidandosi con la curatela di libri, convegni, incontri pubblici, scritti e interventi vari, a Milano e fuori.
Quanto Guarracino abbia penetrato a fondo il lavoro di Finzi ce lo mostrano un paio di brevi passaggi compresi nel volume di cui ci stiamo occupando, e che consiglio caldamente ai nostri lettori: “(…) la sua poesia ha attraversato tutti gli umori culturali e la ricerca poetica del Novecento, avendo come punto di riferimento Salvatore Quasimodo () e Antonio Porta, con uno spirito particolarissimo: con una lucida e acuta visione critica che si trasmette su cose e persone () con una carica di forte indignazione e di sferzanti invettive”. E ancora: “Un ‘formalista’ che ama la novità della parola e del verso e non teme di sfidare la ‘qualità de’ tempi’, il magma delle cose e degli eventi, entro cui si gioca non solo ogni storia ma anche ogni ‘progetto’ di futuro…”.
È lungo questo solco che Guarracino ci invita a seguire l’avventura di scrittura di un poeta certamente non facile al primo impatto, anzi, come ben scrive Guarracino, facitore di una versificazione “ardua, inamabile, a tratti ostica, umorosa e umorale, perseguita in solitudine per tutta quanta la vita”. In questa sequela precisa di aggettivi non c’è solo l’essenza più vera della poesia di Finzi; c’è anche l’uomo Finzi, l’intellettuale rigoroso ed esigente, ipercritico, verso se stesso e incontentabile verso gli altri; c’è, infine, il suo carattere scontroso perché forgiato sulla convinzione che su un terreno tanto arduo non è possibile barare, non ci sono scorciatoie. Vale per lui e vale per gli altri. E soprattutto perché consapevole che l’arte della parola, resta una delle più insidiose e fallaci: e bisogna prenderne atto. La sua coerenza e il suo rigore sono ancora lì, ad ammonirci.
[A. G.]

La copertina del libro

GILBERTO FINZI
Parole a guardia del futuro
A cura di Vincenzo Guarracino
Puntoacapo Ed. 2020
Pagg. 134 € 15,00