Città assediata dal cemento |
Una lettera di Elio Veltri
Caro
Angelo,
Milano non si è mai distinta per una
politica urbanistica seria e avanzata. Il mattone e il cemento hanno sempre
prevalso. Ti ricordo che da sindaco appena eletto nel 1973 avevo ereditato un PRG
che prevedeva la possibilità di aggiungere alla città 200 mila stanze pari a 46
mila appartamenti di 4 stanze e servizi valutate 1100 miliardi di lire. Con una
espansione complessiva della crescita fino a 240 mila abitanti. Io ne cancellai
subito 185 mila e le previsioni di crescita furono ridotte a 100 mila abitanti.
Ancora troppi. Il piano di Pavia (Astengo - Campos Venuti) fece il giro del
mondo: chiesto in due assemblee Onu (Vancouver e Lubiana) alle quali partecipai
e un'altra a Parigi nella sede dell'Unesco promossa dal presidente della Repubblica francese e poi altri 10 convegni internazionali. Oggi Pavia conta 70
mila abitanti che allora erano 87 mila. Se solo avessimo cementificato un quarto
del possibile Pavia oggi sarebbe un cimitero di case vuote. Milano non si è mai
distinta e i palazzinari l'hanno spuntata come in tante altre città (Palermo,
Napoli, Roma, ecc). Il mattone ha trainato tutta l'economia italiana.
Pavia che era andata controtendenza era diventata un punto di riferimento
internazionale e nei convegni non ho mai incontrato un sindaco milanese.
Elio