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giovedì 14 maggio 2020

MATTONE E CEMENTO

Città assediata dal cemento

Una lettera di Elio Veltri

Caro Angelo,
Milano non si è mai distinta per una politica urbanistica seria e avanzata. Il mattone e il cemento hanno sempre prevalso. Ti ricordo che da sindaco appena eletto nel 1973 avevo ereditato un PRG che prevedeva la possibilità di aggiungere alla città 200 mila stanze pari a 46 mila appartamenti di 4 stanze e servizi valutate 1100 miliardi di lire. Con una espansione complessiva della crescita fino a 240 mila abitanti. Io ne cancellai subito 185 mila e le previsioni di crescita furono ridotte a 100 mila abitanti. Ancora troppi. Il piano di Pavia (Astengo - Campos Venuti) fece il giro del mondo: chiesto in due assemblee Onu (Vancouver e Lubiana) alle quali partecipai e un'altra a Parigi nella sede dell'Unesco promossa dal presidente della Repubblica francese e poi altri 10 convegni internazionali. Oggi Pavia conta 70 mila abitanti che allora erano 87 mila. Se solo avessimo cementificato un quarto del possibile Pavia oggi sarebbe un cimitero di case vuote. Milano non si è mai distinta e i palazzinari l'hanno spuntata come in tante altre città (Palermo, Napoli, Roma, ecc). Il mattone ha trainato tutta l'economia italiana. Pavia che era andata controtendenza era diventata un punto di riferimento internazionale e nei convegni non ho mai incontrato un sindaco milanese.
Elio