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mercoledì 2 settembre 2020

SODALIZIO ITALIA-BRASILE
Il contributo brasiliano alla liberazione


La locandina dell'incontro

Conferenza stampa per il Memorial Meeting, improntata alla riscoperta di un capitolo sconosciuto della storia italiana. Venerdì 4 settembre alle ore 19,30  presso la Sala Convegni del Museo delle Armi Marzoli di Brescia. Allo stesso tempo il Memorial Meeting vuole essere anche espressione di ringraziamento e profonda gratitudine nei confronti dei soldati, donne e uomini, appartenenti alla Força Expedicionaria Brasileira - FEB - che nel biennio 1944/45 combatterono duramente nella campagna di liberazione dell'Italia dal nazi -fascismo. Mi è gradito cogliere l'occasione per dirvi che vi attendiamo col più ampio e cordiale spirito di condivisione e con la più sincera amicizia.
Sandra Bandeira Nolli
Presidente-Connessione Italia Brasile.
Vicesegretario nazionale per il Brasile
dell'Associazione per l'Italia nel Mondo-A.I.M.


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MORIRONO PER L’ITALIA
di Andre Luiz dos Santos Franco


Con l'acronimo FEB si identifica il corpo di spedizione brasiliano in Italia: la Fuerza Expedicionaria Brasilera. Forte di 25.834 tra uomini e donne, rappresentò lo sforzo bellico brasiliano nella sua partecipazione al secondo conflitto mondiale a fianco degli Alleati, durante la Campagna d'Italia. Segnatamente nelle sue due fasi finali: lo sfondamento della Linea Gotica e la conseguente offensiva che dall'Appenino ha portato alla liberazione prima della pianura Padana e poi del Piemonte e del Veneto. Nerbo della FEB, che contava anche l'apporto di una squadriglia di caccia; fu la Prima Divisione di fanteria. Doveroso ricordare come l'esercito brasiliano sia stato l'unica forza armata realmente multirazziale e non segregazionista di tutte quante le forze belligeranti impegnate durante la Seconda guerra mondiale. Altrettanto curiosi sono sia lo slogan che lo scudetto da braccio adottati dalla FEB: un serpente che fuma la pipa. Fu la replica ironica ad un commento fatto dal ministro della propaganda del regime nazista Goebbels: "È più facile che un serpente impari a fumare la pipa che per il Brasile partecipare alla guerra in Europa " Commento sprezzante che fu poi smentito dai fatti. Inizialmente neutrale allo scoppio delle ostilità, il pragmatismo del presidente brasiliano Getulio Vargas e del suo governo, fu abbandonato nel 1942 con la concessione dell'isola di Fernando de Noronha alle forze aeree statunitensi. La situazione però degenerò dopo il siluramento di diverse navi cargo brasiliane da parte dei sommergibili delle potenze dell'Asse, che sollevarono un'ondata di proteste indignate. Così sempre nel 1942 il Brasile entrava ufficialmente in guerra. Passarono però altri due anni prima che la Fuerza Expedicionaria sbarcasse il 2 luglio 1944 nel porto di Napoli, al comando del generale Joao Batista Mascarenhas de Moraes. Incorporata nella Quinta Armata americana del generale Clark, la Fuerza fu in prima linea dal 15 settembre. Combatté su terreni montuosi, pagando un alto tributo di sangue in battaglie importanti dal punto di vista strategico come sul fiume Reno, a Monte Castello, Belvedere e Castelnuovo. Dopo lo sfondamento della Linea Gotica ed il dilagare nelle pianure del nord degli Alleati la FEB entrò a Torino e a Susa, per concludere la sua marcia congiungendosi con le forze francesi della France Libre sul confine italo/francese. In occasione del 75mo dalla conclusione del conflitto mondiale e della lotta di liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo, era stato preparato l'arrivo in Italia di una delegazione dell'esercito brasiliano allo scopo di rinverdire il ricordo del corpo di spedizione brasiliano, guidata dal generale, ma tale iniziativa, a causa della pandemia, ha dovuto essere per questo 2020, cancellata. Oggi però è qui rappresentata dal colonnello André Luiz dos Santos Franco, addetto militare per il governo brasiliano in Italia. Crediamo che, seppure tanti anni siano trascorsi da quegli avvenimenti, sia ancora importante mantenere viva la fiamma del ricordo della gloria e del sacrificio di quei soldati, che militando nei reggimenti e battaglioni costituenti la FEB combatterono in Italia. Soprattutto di quanti non fecero più ritorno a casa e ancora oggi riposano nel cimitero militare di Pistoia.