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lunedì 5 ottobre 2020

MINIMA IMMORALIA
di Angelo Gaccione



 

La frase stampata su questa maglietta, è una delle più “sobrie” fra quante se ne trovano in giro. In genere ce ne sono di più provocatorie ed oscenamente estreme, indossate peraltro con molta disinvoltura. Su altre sono impresse frasi spiritose e non prive di una loro intelligente ironia; qualche volta si tratta persino di preziosi aforismi d’autore. Molti gli slogan di protesta: contro la guerra, le mafie, la corruzione; o in difesa dell’ambiente, del lavoro, della legalità, riprodotti su magliette da indossare in occasioni ben precise: manifestazioni, cortei, scioperi, processi, e così via.
È, questo, un efficace e sintetico veicolo di comunicazione per un messaggio immediato e facilmente comprensibile. Un po’ come una scritta sul muro che raramente passa inosservata. Naturalmente ogni “tribù”, ogni gruppo sociale, politico, culturale, e persino ogni sesso, ogni individuo, può fabbricarsi la sua di frase, sulla base dei propri convincimenti e del proprio sentire. Tempo fa ne ho letta una che perentoriamente affermava: “Dio non c’è!” e un’altra che le si contrapponeva altrettanto sicura di sé: “Dio c’è e ti vede!”.
 

Legate al divenire storico, alle contingenze sociali e al mutare dei costumi, le frasi sulle magliette ubbidiscono a questa “mobilità” e ci dicono chiaramente che in questa che possiamo chiamare a tutti gli effetti “società esibizionistica”, la comunicazione è divenuta globale e senza limiti, persino incisa sui corpi, come i tatuaggi sempre più diffusi dimostrano. Permette a qualunque messaggio e a qualsiasi immagine, di rimbalzare in ogni dove. L’esibizionismo ha trovato nei nuovi media la sua potenza dirompente, ma anche il suo limite: come per la droga occorre ogni volta aumentare la dose. Così è per la tipologia del messaggio: perché sia notato e faccia scalpore deve divenire sempre più estremo, sempre più scioccante. Ma siccome l’occhio si abitua a tutto con facilità, ciò che si presenta come scioccante, come pura provocazione, finisce rapidamente per diventare, molto più banalmente, semplicemente sciocco.