Che cosa possa la legge internazionale
nel campo degli armamenti nucleari lo si è già visto con il Trattato di
Non-Proliferazione (NPT): non solo il disarmo nucleare è di là da venire, ma
nuovi paesi - Israele, India, Pakistan e Corea del Nord - si sono aggiunti al
club originario, composto dai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza.
Ciononostante, le Nazioni Unite non si arrendono; tre anni fa la Conferenza
convocata dall’Assemblea generale ha votato a grande maggioranza (122 - 1, 1
astenuto) una mozione che mette al bando le armi nucleari ("Ban
Treaty"), e nei giorni scorsi, con la ratifica parlamentare da parte
dell’Honduras, si è raggiunto il numero di 50 ratifiche necessarie affinché il
trattato diventasse legge internazionale. Dave Lindorff ne spiega l’importanza:
d’ora in poi la detenzione di armi nucleari non è solo immorale, ma criminale.
Da notare che l’Honduras, una semi-colonia americana, ha mostrato quel coraggio
che manca ai paesi non-nucleari NATO, che, allineandosi a Washington non hanno
partecipato al voto (in tutto una settantina i paesi non partecipanti). Da
notare anche che il paese che ha votato No è l’Olanda che così ha confermato di
essere il più servo tra i membri NATO. Il comunicato del parlamento europeo è
interessante sia perché riassume in due parole la storia del nuovo trattato,
sia perché sembra una fotocopia di quello NATO, se si eccettua la ridicola
citazione della Corea del Nord presentata come il pericolo mondiale che
giustifica il riarmo. Se qualcuno poi ritiene che il Parlamento Europeo sia un
residuato della Guerra Fredda, non ha tutti i torti.