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domenica 18 ottobre 2020

POVERO SAN FRANCESCO… 



Cari Frati del Sacro Convento di Assisi 
non sappiamo chi abbia deciso il sorvolo delle frecce tricolori durante la celebrazione della festa di San Francesco d'Assisi. Tale esibizione a bassa quota sul Sacro Convento il 4 ottobre ha messo in pericolo l'incolumità dei pellegrini e fatto tremare le pareti con gli affreschi di Giotto come in un terremoto. Le frecce tricolori sono strumenti bellici, annuncio di guerra, foriere di morte, altamente inquinanti e pericolose. Ci stupiamo perciò che i frati e il loro addetto stampa, Enzo Fortunato, abbiano dato il loro assenso 
e che si siano entusiasmati per tale spettacolo di vana potenza militare e tecnologica, che oggi è seriamente messa in crisi da un invisibile coronavirus!
 Basta con l'idolatria degli strumenti di morte!
Convertiamoci invece all'impegno per il disarmo, la custodia del creato e la Fratellanza universale. 
 
https://www.facebook.com/padre.enzo.fortunato/videos/783113265858627
https://youtu.be/fHQwJBxvG14
 
Rocco Altieri
Presidente del Centro Gandhi onlus
Via Santa Cecilia, 30
56127 Pisa
Telefono 050542573


FRATI E MILITARI



Chi scrive è un vecchio obiettore di coscienza degli anni 66/68, con quattro rifiuti di indossare la divisa militare, che hanno comportato 26 mesi di carcere militare. Sono sostenitore della tesi della responsabilità personale in pace e in guerra. Per non arrivare a questa, perché con le armi odierne c’è il rischio addirittura di togliere, se non tutta, una gran parte della nostra presenza umana in quella Casa Comune che è la nostra Terra, come dimostrato da un virus infinitesimale che ci sta colpendo.
Non sono credente, ma, dalla mia parte del letto, ho il Cantico delle Creature, di quel Francesco che si è spogliato, non solo metaforicamente, delle sue ricchezze, ma ha parlato di Pace in una guerra di allora. Ebbene sentire queste notizie, tanto lontane dalla sua vita vissuta così intensamente, amandola fino in fondo, mi hanno rammaricato. Con i militari si parla, ma dovrebbero dirci, come i politici del resto, cosa rimarrebbe di noi cittadini di qualsiasi Paese, in caso di una guerra nucleare. E riconoscere che una guerra di tal fatta non sarebbe conveniente per nessuno. Bisogna dirlo al mondo: a militari, pacifisti, politici, frati e suore di qualsiasi credo e religione.  
Giuseppe Bruzzone