Cari Frati del Sacro Convento di Assisi non sappiamo
chi abbia deciso il sorvolo delle frecce tricolori durante la celebrazione
della festa di San Francesco d'Assisi. Tale esibizione a bassa quota sul Sacro
Convento il 4 ottobre ha messo in pericolo l'incolumità dei pellegrini e fatto
tremare le pareti con gli affreschi di Giotto come in un terremoto. Le frecce
tricolori sono strumenti bellici, annuncio di guerra, foriere di morte,
altamente inquinanti e pericolose. Ci stupiamo perciò che i frati e il loro
addetto stampa, Enzo Fortunato, abbiano dato il loro assenso e che si siano
entusiasmati per tale spettacolo di vana potenza militare e tecnologica, che
oggi è seriamente messa in crisi da un invisibile coronavirus! Basta con
l'idolatria degli strumenti di morte! Convertiamoci
invece all'impegno per il disarmo, la custodia del creato e la Fratellanza
universale. https://www.facebook.com/padre.enzo.fortunato/videos/783113265858627 https://youtu.be/fHQwJBxvG14 Rocco Altieri Presidente del
Centro Gandhi onlus Via Santa
Cecilia, 30 56127 Pisa Telefono
050542573
FRATI E MILITARI
Chi scrive è un vecchio obiettore di
coscienza degli anni 66/68, con quattro rifiuti di indossare la divisa
militare, che hanno comportato 26 mesi di carcere militare. Sono sostenitore
della tesi della responsabilità personale in pace e in guerra. Per non arrivare
a questa, perché con le armi odierne c’è il rischio addirittura di togliere, se
non tutta, una gran parte della nostra presenza umana in quella Casa Comune che
è la nostra Terra, come dimostrato da un virus infinitesimale che ci sta
colpendo. Non sono credente, ma, dalla mia parte del letto, ho il Cantico delle
Creature, di quel Francesco che si è spogliato, non solo metaforicamente,
delle sue ricchezze, ma ha parlato di Pace in una guerra di allora. Ebbene
sentire queste notizie, tanto lontane dalla sua vita vissuta così intensamente,
amandola fino in fondo, mi hanno rammaricato. Con i militari si parla, ma
dovrebbero dirci, come i politici del resto, cosa rimarrebbe di noi cittadini
di qualsiasi Paese, in caso di una guerra nucleare. E riconoscere che una
guerra di tal fatta non sarebbe conveniente per nessuno. Bisogna dirlo al mondo:
a militari, pacifisti, politici, frati e suore di qualsiasi credo e religione. Giuseppe Bruzzone