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venerdì 27 novembre 2020

ANCORA SUI GIOVANI
di Franco Continolo

 
Leopold Aschenbrenner è un giovane tedesco, debitamente anglo-americanizzato, che sulla via di New York viene folgorato da un improvviso pensiero: non sarà che noi europei viviamo in una realtà virtuale, fabbricata da Hollywood e dal NYT? Ha forse senso che un tedesco che legge la FAZ, o un italiano che legge Repubblica, sappia tutto di Amy Coney Barrett, e non conosca il nome del presidente della propria Corte Costituzionale? I pensieri di Aschenbrenner possono apparire ingenui - la realtà europea è tutt’altro che virtuale, essendo quella di una dipendenza effettiva, rappresentata dalla NATO, della quale gli assassinii politici e le stragi, almeno per noi italiani, sono un segno inequivocabile. Essi hanno tuttavia il merito di dare un indirizzo credibile alla risposta al quesito posto da Vitale su “Odissea”. Il vulnus della nostra generazione di ottantenni, o quasi, potrebbe infatti essere quello della resa senza condizioni a quel predominio culturale e politico americano che Pier Paolo Pasolini, pur nella sua limitata visione - a ossessionarlo era il consumismo - aveva intuito essere una forma di totalitarismo più invasiva del fascismo.