Conferenze. 22-28 novembre 2020 JSBach.it Quando si considerano i
numerosi personaggi di rilevanza della storia dell’umanità, ci si chiede spesso
se non sia la stessa storia a creare le grandi personalità, o siano le
personalità a fare la storia. Lungi dal rispondere in modo definitivo e inutile
alla domanda, è bello considerare come per Johann Sebastian Bach valgano
entrambe le affermazioni - come per i più grandi geni esistiti, d’altronde. Bach è
impensabile al di fuori del proprio ambiente, tedesco, luterano,
piccolo-borghese; e al tempo stesso l’Europa musicale e musicologica è
impensabile senza Bach: uno dei pochi pilastri, delle poche certezze che non
sono mai venute meno nell’identità occidentale, una delle poche rocce salde che
si afferrano quando il resto intorno vacilla.Non solo.Bach scrive tutta
la sua musica soli Deo gloria, e la centralità del Dio cristiano
nella sua vita e nella sua epoca sembrerebbe fissare un punto di forte
lontananza dall’epoca moderna, da un tempo, come quello che viviamo, in cui non
solo quel tipo di spiritualità non ci appartiene più, ma nessun livello di
spiritualità sembra appartenere alla frenesia, al consumo, alla produzione.
Scrive Francesco Lamendola, docente di filosofia che riflette spesso sull’opera
di Bach: «Un secolo e mezzo dopo di lui un altro tedesco, Nietzsche, avrebbe
fatto dire al suo Zarathustra che Dio è morto: quel Dio che per la generazione
di Bach era la fonte e il destino di ogni cosa, la ragione stessa del suo
comporre, il suo orizzonte esistenziale. Noi, figli di Nietzsche e di
Dostoevskij - o, per restare nell'ambito italiano, di Montale e di Pavese -
abbiamo perso quel centro spirituale unificatore e vaghiamo sulle strade del
caso. Pure, una nostalgia di esso è ancor presente sotto la nostra tranquilla
disperazione, e s’infiamma quando l’organo spande le note possenti e magnifiche
della Toccata e fuga inRe minore: per un istante, intravediamo
il cielo stellato al di fuori della buia caverna dove, come nel mito platonico,
viviamo inconsapevolmente prigionieri.» (accademianuovaitalia.it) Di questo
l’Associazione Noema vorrebbe essere fortemente provocatrice: di una
nostalgia dello spirito, del rimpianto della spiritualità, qualunque
sia l’energia o il dio cui si voglia indirizzarla. Attraverso la straordinaria
sintesi artistica e umana che dell’Occidente ha saputo realizzare la grande musica,
venga curata, venga fatta crescere, venga tenuta viva e presente in ciascuno di
noi, come le lampade delle vergini della parabola evangelica, perché il nulla
non colga l’umanità di sorpresa, come vediamo può improvvisamente e
facilmente accadere. Nella forza
dell’opera di Bach hanno fortemente creduto anche Chiara Bertoglio e Maria
Borghesi, che ne hanno studiato la concreta presenza in Italia - per ricerche,
esecuzioni, edizioni, studi - e hanno fondato su questa presenza un
progetto ampio e articolato, JSBACH.IT: una comunità
interdisciplinare focalizzata sulla ricezione di Bach in Italia, un portale che
ne manifesti le migliore forze e che raccolga contributi in essere e nuove
proposte per la più autentica divulgazione dell’opera bachiana. Dal 22 al
28 novembre 2020 queste intenzioni diventano concreto incontro - online, date
le necessità - di decine di studiosi da tutta Europa, esperti in differenti
ambiti musicali e musicologici ma con un unico focus: Bach e l’Italia. L’accesso
al convegno è totalmente gratuito e accessibile attraverso i canali YouTube e Facebook (clicca per il
collegamento diretto). Sul
sito www.jsbach.it l’intero programma
in dettaglio. Buon
ascolto! Giuditta
Comerci- Direttore artistico
-