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martedì 24 novembre 2020

Libri
LE GRAVIDANZE DEL CUORE
di Carmine Chiodo

Francesco Curto
 
Con questa bella e profonda silloge il poeta Curto di Acri (CS), ma che da tempo vive a Perugia, ha vinto il Premio Gens Vibia, Premio Letterario Nazionale XVI Edizione - 2018.
Sandro Allegrini (v. Francesco Curto poeta ‘Vibio’) coglie tutta quanta la fisionomia poetica di quest’altra silloge curtiana e nel contempo ci informa che Gens Vibia allude a quel Gaio Vibio, tribuno Gallo, che, nato diciotto secoli fa a Monte Vibiano Vecchio, divenne, senatore, generale e poi imperatore romano (251-253). Elevò la città di Perugia a colonia di Roma e lo fece pure scrivere sulle porte etrusche della città, quasi a “limitare la tracotanza di Ottaviano Augusto che vi aveva fatto vergare, a lettere maiuscole, Augusta Perusia, dopo averla messa a ferro e fuoco”.
La silloge è costituita da liriche che sono tratte da pubblicazioni più recenti ma sono così raggruppate da formare un corpo unitario nei contenuti e negli esiti linguistici, Sempre di più Curto si conferma un poeta del cuore, il suo cuore generoso e grande, che gli detta versi belli e incisivi, umani, sociali, ampiamente lirici e toccanti. Curto, ama ascoltare e poi significare ciò che il cuore gli ispira. La raccolta poetica è dedicata a tutti coloro che sono morti sul lavoro, per il lavoro e di lavoro e nel contempo si notano i temi molto cari che stanno a cuore del poeta calabrese-perugino: la lotta politica, i valori come l’amicizia e l’amore, i vari sentimenti, la famiglia, e poi ancora aspetti e sentimenti legati all’emigrazione, per esempio. Tutto fluisce in modo naturale, come detta appunto il cuore. Si vedano i versi Da Francesco a Francesco, p. 17; Disoccupato, p. 20); e ancora Non dirmi dove sei stata, p. 37; Sono treni che passano /veloci i sogni dei poeti/ non si fermano mai :/i versi non hanno stazione. Da questa silloge, ma da tutta la produzione poetica di Curto, colpisce la varietà tematica e linguistica, la vita osservata in ogni suo aspetto, una vita “che scivola” come si legge nei versi “Mi passano per la mente strane idee e quindi /non resta che abbandonarsi ai ricordi anzi “perdermi /tra le rughe dove si annodano i ricordi /tra gli affetti diversi avuti ad oggi” (p. 36). Con giuste e precise parole sono specificate la condizione umana, la vita dell’uomo, le sue scelte, le sue decisioni, fino a dire “Non m’importa sapere/ dov’è ora Dio/ sono io quel figlio/ che porta la sua croce”, p. 38). L’uomo Curto ha impostato la sua vita su precisi binari, su precise scelte dalle quali non ha mai derogato, e ciò è un altro degli aspetti caratteristici del suo iter poetico; e a tal riguardo è da citare la poesia decisa e precisa “Se vivere”  se vivere/ è ogni giorno leccare i piedi/ a qualcuno/ per sbriciolarti un po’ di pane/ da riempire la bocca (…) Se la vita è questa non posso bruciarla/ inginocchiandomi/ a tutti; al negativo viene opposta l’affermazione, la profonda convinzione che “la vita ha un’altra dimensione” e poi ecco la libera e voluta decisione. “Me ne andrò senza chiedere /poi niente a nessuno / sono stanco di vivere dagli altri: la libertà nessuno me l’ha data /nessuno deve togliermela” (p. 46). Parola di estrema importanza la libertà, quella libertà piena che informa tutta la poesia di Curto nel senso che il poeta, dato che ama sentirsi libero, nella sua poesia fa scorrere il suo pensiero umano e sociale, il suo sentimento religioso fortemente umano, dandoci una poesia assai autentica e sentita che coinvolge chi legge: “Vecchi al sole /che si ricordano dei giorni di fame,/di cose che costavano care,/ ed in questo parlare,/si portano al tramonto /tutti quanti /con occhi eguali /tendono lo sguardo là / sulla serra di quei monti / dove non tardi /scenderà il sole (Vecchi al sole pp. 55-56): “La poesia/ è una gravidanza/ del cuore/ io partorisco spesso/ e gli aborti non li conto”, (La poesia, p. 33). Francesco Curto è “testimone” del nostro tempo inquieto” ma anche un poeta coraggioso e risentito che nutre sdegno per le pieghe negative della nostra epoca “Mi hanno rubato con l’inganno/ i sogni per svenderli al mercato/ al primo passante del mattino/ Ora danzano sulla bocca di tanti / e sono lo zimbello le mie poesie” (p.46). Inoltre nei versi di Curto balzano i respiri della sua anima, in sintonia sempre con quelli che sono i valori universali e genuini del mondo, della vita umana e ciò alimenta sempre la sua limpida, significativa, efficace, fortemente umana poesia.
 
Francesco Curto
Gravidanze del cuore 
editoria sociale CESVOL
Perugia Editrice.
Quaderni del volontariato 2018.