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martedì 24 novembre 2020

C’È CHI DICE NO



Per chi vuole sostenere questa lettera aperta deve inviare la sua adesione a donatello.santarone@uniroma3.it


La recente costituzione di un fondo archivistico e librario dedicato al noto politico di estrema destra Pino Rauti presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, diretta dal dott. Andrea De Pasquale, riempie la coscienza dei democratici fedeli alle Istituzioni repubblicane di sconcerto e indignazione. Chiediamo le dimissioni del dott. De Pasquale dal prestigioso e delicato incarico. Il giorno 20 novembre 2020 con infinita leggerezza egli ha infatti permesso la diffusione tramite Newsletter di un entusiastico messaggio per informare che il fondo Rauti era disponibile alla consultazione online e per sottolinearne l'importanza per la storia culturale del nostro Paese. Un comunicato infarcito da frasi di auto-celebrazione dello stesso Pino Rauti (che avrebbe progettato e ordinato la costituzione del fondo) e da “commosse” dichiarazioni della Senatrice Isabella Rauti. Ricordiamo che Pino Rauti, cultore degli scritti e seguace del pensiero di Julius Evola, è stato un fascista e un repubblichino, che nel dopoguerra si è impegnato (per sua stessa ammissione) nell’opera di infiltrazione di istituzioni, partiti, giornali, associazioni culturali per favorire le condizioni materiali di sopravvivenza dell'ideologia fascista e repubblichina. Ricordiamo che il suo primo contributo alle "lettere" ha il titolo La democrazia, ecco il nemico! Ricordiamo che il suo contributo alla cultura italiana è stata la fondazione e la direzione di un'associazione eversiva come il "Centro Studi Ordine Nuovo" (che ha potuto vantare tra i suoi militanti Stefano Delle Chiaie e Franco Giorgio Freda), e che per questa benemerita attività è stato implicato, quale ideologo della "strategia delle stragi", nei processi di Piazza Fontana e Piazza della Loggia. Ricordiamo che dopo la elezione come deputato del Movimento Sociale Italiano, come capofila «di migliaia di giovani reduci dalla Repubblica Sociale Italiana» (come egli stesso si definisce), e dopo l'uscita dall’M.S.I. trasformato in Alleanza Nazionale, la sua presunta attività culturale è stata soprattutto quella di dare vita a ulteriori formazioni politiche di estrema destra.

Anche al di là delle ovvie considerazioni di opportunità nel costituire un tale fondo di libri, riviste e corrispondenze, non capiamo quale valore documentario possa possedere questo fondo nel momento in cui, come viene esplicitamente dichiarato dai promotori di questa iniziativa, è stato desiderato e approntato dallo stesso Rauti ed è stato successivamente selezionato e confezionato dagli eredi. Un'origine che compromette, anzi destituisce completamente la sua attendibilità documentaria, confinandolo nei limiti di una mera operazione di propaganda.
Per tutto questo, troviamo intollerabile che una delle più importanti istituzioni bibliotecarie delle Repubblica, distorcendo pericolosamente la principale missione di conservazione e tutela dei beni materiali librari e manoscritti, voglia onorare e ricordare e proporre come punto di riferimento culturale un esponente del fascismo e del neo-fascismo antidemocratico. Troviamo intollerabile che un'istituzione culturale, dedicata al presidio e alla custodia dei beni comuni, si prodighi e impieghi risorse pubbliche per sostenere interessi propagandistici di forze e correnti di chiaro stampo fascista.
Donatello Santarone
Guido Liguori
Raul Mordenti
Lelio La Porta