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martedì 24 novembre 2020

SUL FONDO “PINO RAUTI”
di Angelo Gaccione


Biblioteca Nazionale Centrale Roma

In linea di principio non sono contrario al fatto che una Biblioteca accolga donazioni di libri, documenti e materiali di interesse il più ampio possibile, anche se questo materiale è appartenuto al più incallito criminale o al più disgustoso dei politici. Sono uno scrittore e sono un libertario, e so bene che i libri li bruciano i fanatici, gli inquisitori, i tiranni di ogni colore. Ho letto la paccottiglia delirante del Mein Kampf, così come ho letto gli scritti del disonore di autori come Céline ed Ezra Pound. È molto probabile che l’inventario approntato dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma sulla donazione della figlia del fascista Pino Rauti, riserverà molte sorprese, e forse non mancheranno materiali utili per gli storici. Sarebbe magnifico se fra le sue carte si trovassero anche i nomi e i cognomi della feccia che ha insanguinato l’Italia a partire dalle bombe del 1969 in poi; i nomi dei burattinai delle stragi, degli strateghi della strategia della tensione, dei golpisti pronti ad assassinare la democrazia; dei mandanti istituzionali interni ed internazionali, dei traditori della Nazione, di quel pezzo di Stato infedele che ha mosso guerra ai suoi cittadini. Sarebbe preziosissimo questo materiale se così fosse, oltretutto lonorevole non ha più nulla da temere essendo da tempo il suo corpo tornato polvere alla polvere. In questo caso potremmo perdonare alla Biblioteca Nazionale il suo stupefacente tono trionfalistico ed acritico.