SUL FONDO “PINO RAUTI”
di Angelo Gaccione
Biblioteca Nazionale Centrale Roma
In linea di principio non sono contrario al fatto che una
Biblioteca accolga donazioni di libri, documenti e materiali di interesse il
più ampio possibile, anche se questo materiale è appartenuto al più incallito
criminale o al più disgustoso dei politici. Sono uno scrittore e sono un
libertario, e so bene che i libri li bruciano i fanatici, gli inquisitori, i
tiranni di ogni colore. Ho letto la paccottiglia delirante del Mein Kampf,
così come ho letto gli scritti del disonore di autori come Céline ed Ezra
Pound. È molto probabile che l’inventario approntato dalla Biblioteca Nazionale
Centrale di Roma sulla donazione della figlia del fascista Pino Rauti,
riserverà molte sorprese, e forse non mancheranno materiali utili per gli
storici. Sarebbe magnifico se fra le sue carte si trovassero anche i nomi e i
cognomi della feccia che ha insanguinato l’Italia a partire dalle bombe del
1969 in poi; i nomi dei burattinai delle stragi, degli strateghi della
strategia della tensione, dei golpisti pronti ad assassinare la democrazia; dei
mandanti istituzionali interni ed internazionali, dei traditori della Nazione,
di quel pezzo di Stato infedele che ha mosso guerra ai suoi cittadini. Sarebbe
preziosissimo questo materiale se così fosse, oltretutto l’onorevole non ha più nulla
da temere essendo da tempo il suo corpo tornato polvere alla polvere. In questo
caso potremmo perdonare alla Biblioteca Nazionale il suo stupefacente tono
trionfalistico ed acritico.
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