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mercoledì 30 dicembre 2020

DUBBI
Una lettera di Gabriella Galzio
 


Ho letto volentieri gli articoli su Giorgio Galli, specie quello di Riolo, e per esempio quanto sarebbe attuale oggi la evidenziazione di Galli dell'assistenzialismo riservato dallo Stato al capitalismo italiano, proprio quando oggi il mainstream depreca il presunto Sussidistan! Chissà se Galli si è in qualche modo espresso sul fenomeno M5S, lui che si avvaleva di categorie sociologiche per interpretare la politica; dissento ad esempio dalla tesi di Astengo che il M5S avrebbe portato il trasformismo a livelli “lirici”, perché a mio modesto avviso non di trasformismo si tratta, ma di pragmatismo, e questo sì è stato esasperato alla cieca, poiché un programma per obiettivi che non sia emanazione di una vera strategia, risulta alla lunga fallimentare. Ma ad Astengo (ma forse più in generale a Odissea) sembra sfuggire una linea di continuità del M5S con il radicalismo internazionale (non solo col primo movimento radicale italiano) e con le aspirazioni libertarie di una democrazia partecipativa dal basso; sfugge ad es. perché il movimento della decrescita (vedi Latouche) abbia appoggiato il M5S, così come sfugge il primato del diritto ad essere protagonisti in prima persona della politica sulla pur auspicabile competenza; e sfugge anche quanto (per la gran parte) il M5S abbia cercato di non lasciarsi coinvolgere dalle lobbies che invece finanziano e orientano i partiti tradizionali. Ecco, chissà se Galli si è espresso su quello che a mio avviso è (stato) un fenomeno sociologico prima ancora che politico. Se così fosse, lo leggerei con grande interesse, come una voce fuori dal coro. Un caro abbraccio
Gabriella Galzio