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martedì 8 dicembre 2020

La Guerra delle Mele
Isola di Pasqua, periodo di Natale del 1492.


La quarta caravella, la Sant’Antonio da Ariéte, approdò. Gli isolani la misero in quarantena per ottanta giorni. I Pirati della Malesia furono i primi ad avvertire i pasqualini che girava una barca con gente sospetta e con un carico di piante mai viste. Mele. Tante piante di mele grasse e grosse.
Era la nave apparentemente mai partita di Cristoforo Colombo. Una ciurma selezionata, tutti aragonesi e un reatino. Un mago della coltura delle mele. Mele da mezzo chilo di tre varietà diverse: Verdine 1870 che anticiparono il futurismo e l’agriturismo; Bianchette ma non tanto bianche come anticipazione del bianchetto e della pecorina, due vini che diverranno un cult; e le Rossine che ispireranno decine di musicisti.
Si scelse l’Ottantena perché i pasqualini non usavano le mezze misure e neppure le quarte. O uno o il suo doppio. Attesero 80 giorni con l’acquolina in bocca, quasi una beffa per il Popolo dei Pasqualini. Intanto, pure Colombo, si era perso chissà dove e chissà perché, chissà!
“Parli anche pasqualino?” chiesero al primo che scese dalla barca.
“Sì” rispose il Mago.


I pasqualini impazzirono quando videro quelle mele così giganti e appetitose.
I vari clan dell’isola s’incominciarono ad azzuffare, chi la voleva rossa, chi la voleva bianca, chi la voleva verde, e c’era anche chi la voleva così cruda e intera. Rissa generale, anche se a Pasqua non amavano i soldati e neppure le guerre. Siccome, però, era il periodo di Natale, fu un’eccezione, così raddoppiarono anche le botte: bibotte a volontà! Di botte tranquille senza bottiglie rotte.
Da quel giorno in poi nessuno tra il Popolo dei Pasqualini disse più “Cogli la prima mela”.
E tante frasi ancora: “Vuoi un po’ di mela?”, e soprattutto non dissero più “Mangia una mela al giorno che toglie il medico di torno”.
Giovanni Lodi
[Scritto per l’Odissea di Natale 2020]