Caso
Regeni-Zaki e non solo Si
stanno riproponendo situazioni, fatti, risposte, atteggiamenti, già presi in
passato. Mi sto riferendo al caso di questi giorni: Regeni-Zaki. Dovrebbe
essere chiaro che l'uccisione, dopo gravi torture, del nostro ricercatore
italiano e la continua carcerazione "farsa" dello studente di
Bologna, rinviando di volta in volta un giudizio che non si vuole dare per
tanti motivi, non sono un "caso", ma la violazione continua dei
diritti sostanziali di persone di diverse nazionalità. Diritti che dovrebbero
essere al di sopra degli interessi materiali degli Stati. Interessi che
attengono, tra l’altro, alla vendita di armi, nella situazione
"atomica", in cui ci troviamo. Posso ricordarlo? 1.
Ci ricordiamo del giornalista Khashoggi ucciso in un Consolato turco da agenti
segreti sauditi e fatto a pezzi per fare uscire i resti "nascosti" in
una valigia? 2. Quanto è avvenuto, ha
impedito allo Stato americano di continuare una politica comune in
Medio-Oriente? 3. Ci rammentiamo, ad
esempio, che questo stesso stato è in combutta con gruppi nazisti ukraini per
entrare nel gioco politico di quello Stato e poter controllare la vicina Russia? 4. E che dire di un noto “umanista”
come il presidente Trump? E del presidente
francese Macron che pur di vendere sommergibili e altro materiale bellico all'
Egitto, non ha esitato a conferisce onori e premi al suo corrispettivo egiziano,
indifferente a quanto avvenuto per il caso Regeni-Zaki? 5. La stessa Unione Europea, pur dando
formalmente ragione al governo italiano, non è in grado di farne una ragione di
tutti gli stati, perché sa che gli interessi variano per ciascuno, e poi, forse,
si è ricordata di avere dato al presidente Erdogan (Turchia) 5 miliardi di euro
per impedire che cittadini siriani bombardati democraticamente dagli U.S.A. e
quindi anche con la nostra collaborazione, arrivassero in Europa. Come
si vede il comportamento degli stati non è in linea con etica e morale. E non
può esserlo perché lo Stato bada a interessi particolari, e le sue modalità
sono tendenzialmente basate sul principio di morte-tuavita -mia, nei confronti con altri, se
non di esibita e cinica " superiorità". Ecco perché Franco Fornari
nel suo libro Psicanalisi della guerra atomica parla di un ritorno al
soggetto, alla consapevolezza di sé, in linea con la responsabilizzazione della
propria violenza ceduta, anche oggi, al gruppo Stato. Con la possibilità
dell'auto distruzione, dato il tipo di armi di cui gli Stati nel tempo si sono
dotati con la scusa della "difesa", altro non sarebbe garantita che
la reciproca distruzione. E certamente non definirei democratiche questo tipo
di scelte, ma soltanto, brutalmente, "imbecillità". Si
dovrebbe iniziare a capire che certi problemi sono comuni a tutti gli abitanti
del Pianeta: pandemie, clima, differenze sociali e che la loro risoluzione sarebbe
un bene per tutti. Dovremmo rispettare questa Casa comune in cui ci siamo
trovati ad abitare, e trattarla meglio di quanto fatto finora. Giuseppe
Bruzzone