Pensare
la scuola come uno spazio di dialogo presuppone un doppio cambiamento. Rompere
con l’idea della scuola come spazio di divulgazione chiuso tra le proprie mura,
per immaginarlo come un ambito di comunicazione e partecipazione. Questo
implica due distinti procedimenti, ossia creare strutture e processi
partecipativi che promuovano l’azione congiunta attraverso l’asse tra scuola, famiglia,
comunità locale, ambiente sociale e costruire un curricolo più democratico e
integrato in modo da rompere con la tradizionale classificazione tra
apprendimento scolastico e apprendimento per la vita. Inoltre è necessario
concepire la scuola e il suo sviluppo non solo come progetto tecnico, ma anche
e soprattutto etico. Qui la scuola, l’educazione, devono essere contemplate
come pratica morale, non in senso moralista naturalmente, ma soprattutto in
qualità di etica e politica e non solo come strumento tecnico per accumulare
conoscenze. Sono processi per nulla semplici e soprattutto nella scuola odierna
purtroppo immersa in una società di pretese neoliberiste con risultati
misurabili e palpabili: che puntano sul quantitativo e non sul qualitativo. Gruppi dialogici: una
pedagogia della reciprocità nello sviluppo della competenza linguistica e del
senso civico. L’approccio
comunicativo presuppone che gli studenti riescano ad apprendere al meglio e si
interessino maggiormente nella misura in cui si vedono moltiplicate le
possibilità di dialogare e di interagire con gli insegnanti, i compagni, gli
adulti, secondo l’innovativa “pedagogia della reciprocità” di Bruner. Gli
obiettivi generali di un progetto didattico e pedagogico consistono nel
favorire un apprendimento dialogico cooperativo e solidale, sviluppare le
capacità e le abilità e le attitudini comunicative necessarie per potenziare le
competenze linguistiche, come ascoltare, parlare, leggere e scrivere. Inoltre
è necessario promuovere la collaborazione tra scuola e famiglia
nell’apprendimento della lettura e della scrittura e rafforzare le capacità e
le disposizioni di pensiero per formare cittadini propensi alla partecipazione
democratica e alla cittadinanza attiva e globale, obiettivi promossi e
prefissati da Agenda Onu 2030. Apprendiamo a vivere e a
convivere: un modello integrato e comunitario per lo sviluppo
dell’apprendimento e della convivenza. Noi
insegnanti siamo preoccupati dalle problematiche quotidiane di convivenza.
Alcuni di noi sono andati formandosi nell’ambito della competenza socio-emozionale
e civica e allo stesso tempo mettondo in pratica gli apprendimenti con buoni
risultati. Tutti i collegi docenti sono impegnati in un processo di pratica
riflessiva. Abbiamo
identificato le difficoltà dei nostri studenti: difficoltà nel parlare e nel
riflettere, nell’esprimere i propri sentimenti, nel comunicare, ad esempio
quando discutono e non si ascoltano e assumono atteggiamenti distruttivi. E
abbiamo elaborato un piano d’azione creando uno spazio e un tempo di incontro
tra scuola e famiglia con l’obiettivo di poter riflettere insieme sulla
educazione dei nostri giovani, nel tentativo di costruire i criteri educativi
comuni affinché gli studenti possano avere riferimenti chiari con azioni
concrete che abbiano promosso: creazione della commissione mista famiglia e
scuola che anima le azioni di incontro e di analisi, riflessione e formazione
attorno alle inquietudini comuni come le abitudini, il tempo libero, la
televisione, l’adolescenza, il passaggio di scuola. È
strettamente necessaria la collaborazione delle famiglie alle attività
curricolari e agli eventi, alla pianificazione e partecipazione alle giornate
collettive dove studenti e genitori si trovano tutti a scuola. Infatti, la
dimensione curriculare e il programma di competenza sociale ed emozionale aiutano
a migliorare le relazioni. Gli studenti nella dimensione collettiva si sentono
meglio e si denota un miglioramento scolastico: maggior capacità di ascolto, di
autocontrollo, di dialogo, di partecipazione: in definitiva, la dimensione del
collettivo li rende più responsabili per affrontare situazioni di vita
quotidiana. La dimensione comunitaria consta nel processo di dialogo tra
famiglia e scuola dove si percorre insieme un cammino di condivisione e si
condividono analisi e riflessioni e ci si accorda su aspetti educativi di base,
agendo in collaborazione. Stiamo costruendo un percorso insieme, con molto
entusiasmo e con tanto lavoro, con chi non è immune da difficoltà e problemi,
ma che è un cammino carico di speranze.