La
parola ai Lettori “LA FESTA DI NATALE E IL PERDONO”
Il
Natale che è l’emblema della festa della bontà ci raccomanda di perdonare chi
ci ha offeso, tradito o denigrato per vivere in pace con noi stessi e col
mondo. A volte, si dicono frasi o si compiono dei gesti inopportuni senza la
volontà di offendere. Ci dice, altresì, che avere sempre in mente un torto
subito, come un chiodo fisso, è come portare un peso sullo stomaco, che ci
annebbia la vista per la rabbia. Il Natale offre anche l’occasione di fare pace con
la scusa dello scambio di auguri e di doni; non si può rimanere indifferenti
davanti un atto di remissione di colui che offre una ciambella di salvataggio
morale per uscire dalle sabie mobili del rancore. L’amicizia vera è destinata a
durare nel tempo solo se gli amici sono disposti a perdonarsi reciprocamente i
propri errori e le malefatte non volontarie. Ho memorizzato un detto popolare che è di
una grande efficacia; recita così: “Lo stolto perdona e dimentica;
l’ignorante nonperdona e non dimentica; il saggio perdona, ma
non dimentica”. Però, se non si toglie quel “non” rimane la cicatrice. In
fondo, il Natale ci ricorda che il perdono è uno dei doni più grandi che
abbiamo ricevuto con la nascita. Vuole rammentarci, anche, che perdonare ci
consente di liberarci dell’odio, della sofferenza e della tristezza; se non lo
facciamo rischiamo di perdere per sempre delle amicizie che si potrebbero
recuperare con un gesto di buona volontà. Se si facesse di ogni erba un fascio,
potrebbero finirci anche le persone care e innocenti. Quindi la festività natalizia
consiglia di mettere da parte l’orgoglio e di valutare se ci sono i presupposti
per dare un’altra possibilità. Coloro che non vogliono perdonare non riescono a
vivere il presente serenamente. La loro mente è saldamente legata al passato e
rimugina sentimenti di rancore e di vendetta per un torto subìto e mai
chiarito. Per essere felici solamente un istante, basterebbe vendicarsi e
sbollire così la rabbia repressa ed accumulata nel tempo; però, se vogliono
essere contenti per sempre c’è solo un modo: perdonare gli offensori. Se
rispondessimo unicamente all’invito occhio per occhio e dente per dente,
il mondo sarebbe pieno di uomini ciechi e sdentati. Il Natale ci manda il messaggio esplicito che il
perdono è un’arma molto potente in quanto libera l’anima dall’odio e scaccia la
paura di ricadere nell’errore. Nella più grande preghiera di ogni tempo, il
Padrenostro, c’è un richiamo molto importante rivolto al Signore nel verso che
dice: Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri
debitori. Si potrebbe aggiungere: Errare è umano, perdonare è divino.
L’intelligenza è amica del perdono. A titolo di cronaca dico che è stata istituita la
Giornata Internazionale del Perdono, che cade il 24 ottobre di ogni anno, per
richiamare l’attenzione sui benefici e sugli effetti positivi che l’indulgenza produce
nell’animo umano; tante divergenze si potrebbero sanare sul nascere prima che
si trasformino in odio e azioni di vendetta; nel mondo ci sarebbero meno
tristezza, dovuta alla rabbia covata dentro, meno litigi e soprattutto più
amore per trascorrere un Natale nel segno della serenità. Ognuno
apra il proprio cuore all’amore per ascoltare una voce soave che inviti alla
pace e debelli la guerra, che costruisce muri, distrugge ponti e sparge odio e
morte. Carmine
Scavello