Caro
Direttore, la
morte di Giorgio Galli, considerato una stella di prima grandezza nellostudio della scienza politica italiana, è
passata quasi inosservata sui media*. Mi
rammarico non fosse altro per la bussola che ci ha donato per comprendere la
storia politica italiana dal secondo dopoguerra ai nostri giorni. Il saggioIl bipartitismo imperfetto. Comunisti e
democristiani inItalia,
(Il Mulino nel 1966), in cui descrisse
il sistema politico repubblicano come un dualismo tra DC e PCI senza che vi
fosse una alternativa, lo rivelarono al grosso pubblico. Agli studiosi era già
noto. Suoi,
oltre al “bipartitismo imperfetto”, i “capitalismo assistenziale” e “sistema
bloccato”. Per gli sportivi o le divette, ore di palinsesti. Per Dio, anche un
Giorgio Galli, che ci ha fatto alzare un po’ della nebbia del conformismo unico,
meriterebbe ben altra considerazione. I nostri politici avranno letto qualcosa
del Professore? Sic
transit gloria mundi! Teodosio
De Bonis [*A
parte le televisioni, i quotidiani hanno dato ampiospazio alla sua
scomparsa]