GIORGIO GALLI
di
Daniele Vittorio Comero
Giorgio Galli al Salotto Bonomo
Una
vita spesa a capire la politica
Giorgio
Galli è stato il più intelligente osservatore della vita politica italiana per
alcuni decenni, prima con la sua rubrica su Panorama, poi con libri e
interviste, con interventi coerenti e precisi. Non si è mai fatto fuorviare da
condizionamenti ideologici e ha sempre affidato l’elaborazione del suo pensiero
e la produzione dei suoi scritti a una accurata documentazione e ad analisi
disincantate che vengono puntualmente confermate dai fatti. In Affari di Stato del 1991 aveva dipinto
un affresco drammatico della corruzione, dei misteri e degli scandali che hanno
costituito la “storia sotterranea” dei partiti politici e della società. In
ultimo con Storia d’Italia tra imprevisto
e previsioni, Mimesis ha svolto un bilancio. Nel Il Golpe invisibile - Kaos Edizioni, 2015 - spiega la degenerazione
italiana, riassunta nel passaggio di potere dalla classe imprenditoriale alla
borghesia finanziario-speculativa. Questi ceti burocratici parassitari, secondo
Giorgio, hanno avviato un processo che può vanificare lo stato di diritto.
Infatti, oggi stiamo assistendo a questo diluvio di decreti e dpcm, che
dobbiamo consultare per uscire di casa.
Giorgio Galli al Salotto Bonomo |
Daniele V. Comero
al Salotto Bonomo
Quella
di Giorgio Galli è una vita vissuta intensamente fino all’ultimo giorno, senza
mai mollare, sempre attivo su progetti nuovi, idee di studio per il
miglioramento della società, con eleganza e sobrietà. Giorgio Galli è un
esempio per tutti, di tenacia e forza di spirito. A chi si meravigliava di
tanta energia aveva risposto così: “L’energia
mi deriva da una vita fortunata, nel contesto di un’Italia (anni Cinquanta e
Sessanta) che dopo i traumi del fascismo, della sconfitta e della guerra civile
valorizzava la volontà di ripresa e la meritocrazia (della quale oggi si parla
a sproposito). Le scienze sociali mi hanno aiutato nel processo di formazione.
Avevo vissuto a Milano, da ragazzo, il terribile inverno 1944 e sembrava
impossibile che pochi anni dopo si sarebbe parlato di “miracolo italiano” per
il dinamismo economico. Così come, ne parlo nei miei libri, nel 1858 era
imprevedibile l’unità italiana nel giro di un triennio. Dalle scienze sociali
ho imparato le possibilità previsionali, ma anche il tener conto
dell’imprevisto, di fattori ipotizzabili, ma imponderabili. Non il caso e non
la necessità, ma probabilità, maggiori o minori. Per l’Italia: o il rassegnato
impoverimento (più probabile), oppure la percezione dell’impoverimento (la Fiat in Usa, la Pirelli ai cinesi)...”.
al Salotto Bonomo