PER GIORGIO GALLI
di
Angelo Gaccione
Giorgio Galli
al Salotto Bonomo
“Coloro
che amiamo e che abbiamo perduto
non
sono più dov’erano, ma sono ovunque noi siamo”.
Agostino
d’Ippona
Ieri
sera dal Tg3 Lombardia ho appreso della scomparsa del politologo Giorgio Galli.
Hanno liquidato la notizia con appena due parole, mentre tocca sorbirci per
giorni litanie e rievocazioni di mediocri attori, comici da quattro soldi,
canzonettari, calciatori, subrettine di ogni tipo e quant’altro, di quello che
viene chiamato star system e di cui io provo un infimo disprezzo.
Abbiamo
chiesto a Daniele Comero, che di Galli è stato stretto collaboratore, di scrivere
un degno ricordo per “Odissea”, ma intanto una nota voglio aggiungerla anch’io. Docente di Storia delle dottrine politiche alla Statale di Milano, in
anni non facili, era uno dei docenti più disponibili e rispettati. Come lo
storico Catalano, di cui fui amico. Con Galli sostenni diversi esami; non venne
alla discussione della mia tesi di laurea e questo mi danneggiò, perché
discutevo argomenti libertari e mi trovai di fronte uno stalinista come
Geymonat, il noto filosofo della scienza. Praticamente la discussione, ma direi
più la polemica, avvenne solo con Geymonat perché gli altri relatori si
guardarono bene dall’ intervenire (molto probabilmente non conoscevano
l’argomento e il correlatore, ho il sospetto, non avesse neppure dato un’occhiata
al mio lavoro). Mi giocai così il 110 che mi aspettavo. La lode no, su quello
non facevo conto: ero un lavoratore studente, avevo una moglie a carico e
seguivo delle lezioni saltuariamente. In più mi ero scontrato con qualche
docente e non ero figlio di borghesi in vista della città. In verità Geymonat
non lo avevo mai incontrato, io i rapporti li avevo avuti col suo brillante
allievo, Giulio Giorello, ma tant’è.
Giorgio Galli al Salotto Bonomo |
Giorgio Galli
al Salotto Bonono
Anni
più tardi incontrai il prof. Galli alla libreria dell’amico Ermanno Tritto che
entrambi frequentavamo, la “Tikkun” di via Montevideo qui a Milano, e gli
ricordai di quei lontani anni. In seguito ci incontrammo in occasione di
presentazioni di libri e conversazioni. Con Daniele Comero è venuto spesso al
salotto Bonomo di via San Marco, a quello che per anni è stato il Centro
Culturale Candide. Le foto che qui pubblichiamo lo ritraggono proprio al
Salotto; in alcune di quelle scattate dai tanti amici fotografi che
intervenivano ci sono anche io. Le ultime volte che l’ho incontrato parlava a
fatica, e a fatica si muoveva. Se ne è andato ad una bella età, a 92 anni, ma
in un momento triste per la sua Milano devastata dal Covid. Ci lascia una marea
di ottimi libri, e il ricordo della sua mite gentilezza e disponibilità.
al Salotto Bonono