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martedì 8 dicembre 2020

QUATTRO FORME PER QUATTRO SCULTURE
di Angelo Gaccione


L'abbraccio (1987)

Gli studi ritrovati di Max Hamlet Sauvage
 
Influenzato da Henry Moore per sua stessa ammissione: “Io sono ossessionato dalla forma e dalla struttura delle cose. Non dalla forma di una data cosa, ma di qualsiasi cosa”, Max Hamlet ne ha studiato le opere e ha collezionato come il maestro reperti minerali, vegetali, conchiglie marine, statuette di ogni tipo. I quattro disegni che qui presentiamo, tutti realizzati negli anni Ottanta (1980, 1985, 1986, 1987), in effetti guardano a Moore ma non dimenticano la lezione di altri maestri. Sono rimasti allo stato di appunti, di studi preparatori, queste forme, ma l’intento era quello di farne delle opere scultoree. Ricomparse a distanza di oltre vent’anni, nel messaggio che le accompagna è scritto infatti: “Alcuni di questi disegni preliminari, diventeranno delle sculture in pietra leccese. Anche le pietre hanno una voce”. Altroché se hanno una voce le “pietre”! ci sono forme e corpi incisi nella pietra (marmo, terracotta, gesso o altro materiale, poco importa) che il genio degli artisti ha reso più vivi e parlanti di un vero corpo vivo. Alla scultura Max Hamlet ha dedicato una parte significativa del suo lavoro creativo, e ha un retroterra di studio e di frequentazione di alcuni dei grandi del Novecento; non solo il già citato Moore, ma Hans Arp, Brancusi, e anche l’ucraino Oleksandr Porfyrovyč Archypenko. I risultati sono eccellenti, soprattutto le opere realizzate in bronzo con le tipiche figure dalle teste zoomorfe e dalle atmosfere surrealiste a cui ci ha abituati.
La pietra leccese è molto duttile e le sue qualità “petrografiche”- come si dice in termini tecnici - permettono una buona lavorabilità; se si tiene conto anche delle qualità tonali (basti aver visto alcuni capolavori del barocco salentino per farsene un’idea), non ho alcun dubbio che le quattro “forme” preparate da Max Hamlet, riceveranno a lavoro ultimato, cioè diventando vere e proprie sculture, tutta la magica bellezza che questa antichissima pietra apprezzata da tanti maestri scalpellini e da tanti abili artigiani, è capace di esprimere.  


Madre e figlio (1980)

Maternità con forma vegetale
(1986)

Figura (1985)