Anche
la Russia si ritira dal trattato Open Skies Padova.Lo scorso venerdì 15 gennaio il presidente russo Vladimir
Vladimirovič Putin ha annunciato il ritiro della Russia dal trattato
internazionale Open Skies, dopo che gli Stati Uniti hanno cessato
unilateralmente di farne parte dal 22 novembre scorso, a seguito della
decisione presa dal presidente Donald John Trump il 22 maggio 2020
(https://ilbolive.unipd.it/it/news/come-previsto-usa-si-ritirano-anche-dal-trattato).
Come previsto dal trattato, il ritiro russo si compirà fra sei mesi e le parti
dovranno incontrarsi entro 60 giorni per discutere sulle sue implicazioni. Il
trattato, firmato il 24 marzo 1992 dai paesi della NATO e del Patto di
Varsavia, è in vigore dal 1° gennaio 2002 fra 34 dei paesi già membri delle due
organizzazioni: copriva quindi quasi tutto l’emisfero nord, dall'Alaska a
Vladivostok. Il trattato prevede un regime di voli di osservazione aerea
disarmati per promuovere la prevedibilità e la stabilità strategica: i
partecipanti hanno volontariamente aperto il proprio spazio aereo su base reciproca,
consentendo il sorvolo del loro territorio al fine di rafforzare la fiducia e
la trasparenza rispetto alle attività militari a riassicurare che nessuno stia
pianificando una grave offensiva contro un altro. Gli USA impiegano i propri
mezzi satellitari per il controllo della Russia e ciò li ha convinti a
ritirarsi dal trattato per impedire alla Russia di volare sul loro paese; il
trattato invece svolge un cruciale ruolo per la sicurezza di tutti i paesi
europei e contribuisce a creare una situazione di trasparenza e di stabilità
nel nostro continente. Come era facile prevedere, l’asimmetria creata con il
ritiro americano è risultata inaccettabile per Putin, dato che la Russia
continuava a rimanere aperta ai voli di controllo della NATO, ma le era
impedita l'osservazione del principale paese della NATO, gli USA. Il ministero
degli esteri russo ha ricordato che la Russia era disposta a mantenere vivo il
trattato con i paesi europei e il Canada se questi si impegnavano a non fornire
agli USA i risultati delle loro osservazioni sulla Russia, ma la sua proposta
non è risultata accettabile dalla NATO. La scelta di Putin del ritiro pochi
giorni prima dell'insediamento della nuova amministrazione americana è
chiaramente un segnale al nuovo presidente americano Joseph Robinette Biden Jr,
con cui Putin ha avuto a che fare durante l’amministrazione Obama. I rapporti
fra i due presidenti sono freddi a partire dall’annessione russa della Crimea e
dovranno venir ricostruiti su basi formali per creare un migliore clima fra le
due potenze. Con il ritiro degli USA e della Russia, il trattato viene di fatto
svuotato del suo significato in quanto gran parte dei paesi già membri del
Trattato di Varsavia fanno ora parte della NATO con l’eccezione della sola
Bielorussia. Il prossimo incontro della commissione consultiva previsto per il
25 gennaio sarà cruciale per identificare possibili prospettive per il futuro.
Sarebbe comunque opportuno mantenere in vita il trattato con la sua commissione
consultiva presso la sede dell’OSCE a Vienna nella prospettiva di avere almeno
una struttura nella speranza della rivitalizzazione dello spirito che ha
portato agli accordi sulla sicurezza europea. 2 Una speranza viene dalla nuova
presidente dell’OCSE, il ministro degli esteri svedese Ann Linde; lei ha
dichiarato il 14 gennaio al Consiglio permanente dell’organizzazione che
intende rilanciare la co-operazione multilaterale per una comune sicurezza
globale che comprenda in modo interconnesso aspetti politici, economici, i
diritti umani, la democrazia, il principio della legge e dell’uguaglianza. [*Università di Padova]