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giovedì 28 gennaio 2021

VIAGGIO NELL’ORRORE
di Giovanna Ioli
 


 

Questa lettera di Giovanna Ioli è troppo importante perché resti confinata nell’archivio della mia posta. Ho deciso di pubblicarla su “Odissea” senza chiedere il permesso all’autrice.
So che mi perdonerà, certo come sono del suo affetto.



Caro Angelo,
la sincronicità cara a Jung si manifesta in varie forme. A volte è il sale delle amicizie scaturite nei primi sessanta secondi di un incontro. Sono quelle destinate a restare nel tempo, de lonh, ma salde. Indizi che lo confermano possono scaturire anche da un articolo, dal rendiconto di un viaggio che ha fatto scattare moti dell’anima gemelli. Anche io ho fatto il tuo stesso viaggio con gli stessi intenti, quello per amore nel buio del museo di Kafka e quello dell’orrore che ho provato nel tremendo museo di Dachau, dove lo sgomento si manifesta prima ancora di raggiungerlo. Ricordo tutti i volti di quelle donne, uomini, giovani o anziani ai quali mi sono rivolta per chiedere indicazioni. Sguardi vuoti, freddi, infastiditi. Voci, che dopo mezzo secolo dicevano di non sapere dove fosse quel museo, “come se una cosa come questa / ci fosse mai stata nella Storia”, come se non sapessero che sotto la terra dei loro giardini ci fossero sei milioni di innocenti. L’atrocità di metterci una pietra sopra. Ancora adesso, dopo tanti anni, non riesco a controllare il tremito e lo sgomento.
Fermate il mondo. Voglio scendere!
Con un abbraccio.
Giovanna