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giovedì 4 febbraio 2021

LONGO AFORISTA


Nicolino Longo

Puntualmente Nicolino Longo mi fa avere i suoi aforismi e leggendoli mi piacciono e mi soddisfano sempre di più per la loro lingua e per le loro tematiche. Egli ormai occupa un posto preminente in questo genere poetico. Longo è vocato per la scrittura aforistica che nel corso del tempo, come è confermato da questi nuovi aforismi, molto bene prefati da Antonio Castronuovo, ha raggiunto notevoli risultati artistici che di volta in volta sono stati indicati dagli studiosi, dai numerosi e autorevoli critici che hanno letto ed analizzato gli aforismi del poeta calabrese, che ci ha dato e continua a darci aforismi perfetti, ben fatti e ciò fa sì che il lettore è invogliato continuamente a leggerli. Longo avverte il bisogno urgente di esprimersi aforisticamente, toccando diversi argomenti, in vari modi: burleschi, satirici, ironici, amari e alcuni sono vere e proprie staffilate verso certe tendenze e azioni umane, politiche. Questi aforismi contengono tutti gli elementi che li rendono tali e in essi si ammira il modo breve, fulmineo, icastico, con cui son dette certe cose, con cui son colti differenti fatti e situazioni. Sicuramente Nicolino Longo è un vero maestro di aforismi come è ampiamente mostrato da questi che ora cito, e che riguardano pure lo stesso poeta: “Oggi, i genitori depositano i figli negli asili. I figli, poi, i genitori negli ospizi” (IX); “La vecchiaia/ è la discesa che porta alla salita in cielo” (XV); “Il cuore è quella ruota del nostro carro/ che quando si fora, essa va a terra, noi sottoterra” (XIX). Un aforisma di dichiarazione d’amore: “Mi chiamo Nicolino,/ e vorrei essere un musicista,/ per aprirti sempre il cuore,/ con la chiave di violino” (…); e parlando di se stesso e della sua pinguedine ecco fatto l’aforisma: “Ogni volta che salgo  su una bilancia pesapersone,/ il responso è: -Per cortesia, una alla volta” (XXVII). Ci troviamo davanti a un libro che è costituito da ben duecentocinquanta aforismi che sono tutti riusciti e ognuno presenta delle caratteristiche proprie: ci sono quelli più brevi, più saettanti, veloci, e quelli più distesi, più ampi e narrativi, ma che ugualmente rendono bene ciò che vogliono dire. Attraverso la diversa tipologia e struttura aforistica, Longo commenta la vita, quella sua e quella degli altri, mette a fuoco la personalità e le azioni di taluni esseri, di certe donne; altri aforismi sono ricchi di pensieri, di riflessioni sulla vita. Si vede bene che tutti questi aforismi che si leggono nel volume ci dicono quella che si può chiamare la condizione generale dell’uomo, detta ed espressa con un linguaggio che ha varie caratteristiche: ora contratto, ora breve, brachilogico, che si basa su antitesi, parallelismi, che però mettono bene in evidenza quella che prima ho definito condizione umana, la condotta di certi uomini, le tendenze, certe tendenze del nostro tempo, espresse in poche battute felici; ciò è uno degli aspetti, dei tanti aspetti precipui degli aforismi di Nicolino Longo che guarda ora con gioia, ora con ironia e sarcasmo alla vita, e ne prende atto e dice quindi le cose con la massima naturalezza, senza orpelli o giri di parole contorte, ma dirette, poche, chiarissime e di plurimi significati. A tal riguardo, per provare ciò che ho affermato prima, esibisco tutta una serie di citazioni che danno, secondo me, anche l’esatta misura, la perizia, l’arte di Longo autore di aforismi: “Insufficienza renale: bere un mare di acqua, per evitare/ un mare di guai” (XXXV); “I politici, nelle loro grandi ascese, non hanno/ mai calli ai piedi, ma solo, e sempre, Colli in testa”; “In politica, più si vince, più ‘s’intinge. Fino a farsi/ anche la ‘mazzetta’, pardon, la scarpetta” (XLV); “Il mondo è tondo. Ma, ancor più, lo è/ chi lo abita” (XLIX); “Molti genitori, che, da giovani, si fanno in quattro/ per crescere i propri figli, finiscono, assegnando loro, poi,/ i  piani superiori, per averli sulle spalle anche da vecchi” (LIX); “Ludopatia: lenta malattia che tutti i soldi porta via” (LXV); “La festa degli alberi: l’uomo con una mano pianta/ con l’altra brucia” (XCIV); “Per le stronzate di certi uomini di merda,/ fummo costretti a vivere una vita di merda” (CXI); “La Durso guadagna un sacco di soldi. Ma non tanti/ da potercisi comprare una gonna,/ che le copra almeno le mutande” (CXLVIII); “Vidi l’Inps … stringer la mano, al coronavirus” ( CLXXVI); e infine ecco un altro stupendo aforisma: “La pubblicità, per abbindolare./ L’oroscopo per imbambolare” (CLXXXVIII). Comunque, tutti gli aforismi sono belli e godibili e soddisfano quindi chi legge, che ammira la bravura che ha Longo nel costruire tutta una serie di riflessioni e di pensieri, per nulla stravaganti o scontati o ermetici, ma profondi, chiari, lineari e che dicono la vita umana e la società. L’autore, come dimostrano questi deliziosi e azzeccati aforismi, conosce bene la società odierna, le sue tendenze e magagne; conosce altrettanto bene il cuore umano, la condizione - lo ribadisco - dell’essere, e la esprime in modo mirabile, attraverso un aforisma agile, originale, guizzante, che enuncia grandi e vere verità che riguardano tutti noi; aforismi nei quali c’è l’uomo, ciò che egli è, il suo destino, le sue sofferenze, i suoi drammi, la sua fine, ciò che il mondo dà all’uomo: “La cosa più brutta al mondo, è il dar l’addio/ a questo mondo” (CXCIII); “Una grande verità,/ è che tutto si fonda su grandi falsità” (CXCVII). “Gli anni della giovinezza:/ un branco di cavalli bradi al galoppo,/ in un tripudio di nitriti, zoccoli e criniere al vento” (CCXIII). Bene. Anche con questo nuovo libro, Nicolino Longo si riconferma un autore di prim’ordine nell’odierno genere aforistico e chiudo questa nota citando ancora alcuni aforismi che ci mostrano ancora le grandi capacità e la facilità che ha il poeta nel creare appunto aforismi: “La vita ci attrae. La morte ce la sottrae” (CCXVII); “E nel passaggio dal sonno Rem al sonno Eterno,/ la morte che tutti vorremmo” (CCXXI); “I casi della vita: palo piantato assieme a pianta. A primavera, pianta morta, palo fiorito” (CCXXVI), e infine ecco cosa significa vivere la vita: “Vivere la vita è com’esser circondati dal nemico. Arrivano proiettili all’improvviso, e da tutte le parti” (CCXXIV). Il percorso aforistico di Longo presenta una ricchezza di elementi e di situazioni, di strategie stilistiche che in questa nota ho cercato di porre in evidenza, ma si tratta solo di alcune ma comunque bastevoli a farci dire che Nicolino Longo è un eccelso poeta aforistico.   
Carmine Chiodo
Università Tor Vergata, Roma

La copertina del libro
 
Nicolino Longo
L’alba della sera. Aforismi
Secondo Volume.
Prefazione di Antonio Castronuovo.
Bastogilibri, Roma 2020. Euro 2o,oo.