Puntualmente
Nicolino Longo mi fa avere i suoi aforismi e leggendoli mi piacciono e mi
soddisfano sempre di più per la loro lingua e per le loro tematiche. Egli ormai
occupa un posto preminente in questo genere poetico. Longo è vocato per la
scrittura aforistica che nel corso del tempo, come è confermato da questi nuovi
aforismi, molto bene prefati da Antonio Castronuovo, ha raggiunto notevoli
risultati artistici che di volta in volta sono stati indicati dagli studiosi, dai
numerosi e autorevoli critici che hanno letto ed analizzato gli aforismi del
poeta calabrese, che ci ha dato e continua a darci aforismi perfetti, ben fatti
e ciò fa sì che il lettore è invogliato continuamente a leggerli. Longo avverte
il bisogno urgente di esprimersi aforisticamente, toccando diversi argomenti,
in vari modi: burleschi, satirici, ironici, amari e alcuni sono vere e proprie
staffilate verso certe tendenze e azioni umane, politiche. Questi aforismi
contengono tutti gli elementi che li rendono tali e in essi si ammira il modo
breve, fulmineo, icastico, con cui son dette certe cose, con cui son colti
differenti fatti e situazioni. Sicuramente Nicolino Longo è un vero maestro di
aforismi come è ampiamente mostrato da questi che ora cito, e che riguardano
pure lo stesso poeta: “Oggi, i genitori depositano i figli negli asili. I
figli, poi, i genitori negli ospizi” (IX); “La vecchiaia/ è la discesa che
porta alla salita in cielo” (XV); “Il cuore è quella ruota del nostro carro/
che quando si fora, essa va a terra, noi sottoterra” (XIX). Un aforisma di
dichiarazione d’amore: “Mi chiamo Nicolino,/ e vorrei essere un musicista,/ per
aprirti sempre il cuore,/ con la chiave di violino” (…); e parlando di se
stesso e della sua pinguedine ecco fatto l’aforisma: “Ogni volta che salgosu una bilancia pesapersone,/ il responso è: -Per
cortesia, una alla volta” (XXVII). Ci troviamo davanti a un libro che è
costituito da ben duecentocinquanta aforismi che sono tutti riusciti e ognuno
presenta delle caratteristiche proprie: ci sono quelli più brevi, più
saettanti, veloci, e quelli più distesi, più ampi e narrativi, ma che
ugualmente rendono bene ciò che vogliono dire. Attraverso la diversa tipologia
e struttura aforistica, Longo commenta la vita, quella sua e quella degli altri,
mette a fuoco la personalità e le azioni di taluni esseri, di certe donne; altri
aforismi sono ricchi di pensieri, di riflessioni sulla vita. Si vede bene che
tutti questi aforismi che si leggono nel volume ci dicono quella che si può
chiamare la condizione generale dell’uomo, detta ed espressa con un linguaggio
che ha varie caratteristiche: ora contratto, ora breve, brachilogico, che si
basa su antitesi, parallelismi, che però mettono bene in evidenza quella che
prima ho definito condizione umana, la condotta di certi uomini, le tendenze,
certe tendenze del nostro tempo, espresse in poche battute felici; ciò è uno degli
aspetti, dei tanti aspetti precipui degli aforismi di Nicolino Longo che guarda
ora con gioia, ora con ironia e sarcasmo alla vita, e ne prende atto e dice
quindi le cose con la massima naturalezza, senza orpelli o giri di parole
contorte, ma dirette, poche, chiarissime e di plurimi significati. A tal
riguardo, per provare ciò che ho affermato prima, esibisco tutta una serie di
citazioni che danno, secondo me, anche l’esatta misura, la perizia, l’arte di
Longo autore di aforismi: “Insufficienza renale: bere un mare di acqua, per
evitare/ un mare di guai” (XXXV); “I politici, nelle loro grandi ascese, non
hanno/ mai calli ai piedi, ma solo, e sempre, Colli in testa”; “In politica,
più si vince, più ‘s’intinge’. Fino a
farsi/ anche la ‘mazzetta’, pardon, la scarpetta” (XLV); “Il mondo è tondo. Ma,
ancor più, lo è/ chi lo abita” (XLIX); “Molti genitori, che, da giovani, si
fanno in quattro/ per crescere i propri figli, finiscono, assegnando loro,
poi,/ ipiani superiori, per averli
sulle spalle anche da vecchi” (LIX); “Ludopatia: lenta malattia che tutti i
soldi porta via” (LXV); “La festa degli alberi: l’uomo con una mano pianta/ con
l’altra brucia” (XCIV); “Per le stronzate di certi uomini di merda,/ fummo
costretti a vivere una vita di merda” (CXI); “La Durso guadagna un sacco di
soldi. Ma non tanti/ da potercisi comprare una gonna,/ che le copra almeno le
mutande” (CXLVIII); “Vidi l’Inps … stringer la mano, al coronavirus” ( CLXXVI);
e infine ecco un altro stupendo aforisma: “La pubblicità, per abbindolare./
L’oroscopo per imbambolare” (CLXXXVIII). Comunque, tutti gli aforismi sono
belli e godibili e soddisfano quindi chi legge, che ammira la bravura che ha
Longo nel costruire tutta una serie di riflessioni e di pensieri, per nulla
stravaganti o scontati o ermetici, ma profondi, chiari, lineari e che dicono la
vita umana e la società. L’autore, come dimostrano questi deliziosi e azzeccati
aforismi, conosce bene la società odierna, le sue tendenze e magagne; conosce
altrettanto bene il cuore umano, la condizione - lo ribadisco - dell’essere, e
la esprime in modo mirabile, attraverso un aforisma agile, originale,
guizzante, che enuncia grandi e vere verità che riguardano tutti noi; aforismi
nei quali c’è l’uomo, ciò che egli è, il suo destino, le sue sofferenze, i suoi
drammi, la sua fine, ciò che il mondo dà all’uomo: “La cosa più brutta al
mondo, è il dar l’addio/ a questo mondo” (CXCIII); “Una grande verità,/ è che
tutto si fonda su grandi falsità” (CXCVII). “Gli anni della giovinezza:/ un
branco di cavalli bradi al galoppo,/ in un tripudio di nitriti, zoccoli e
criniere al vento” (CCXIII). Bene. Anche con questo nuovo libro, Nicolino Longo
si riconferma un autore di prim’ordine nell’odierno genere aforistico e chiudo
questa nota citando ancora alcuni aforismi che ci mostrano ancora le grandi
capacità e la facilità che ha il poeta nel creare appunto aforismi: “La vita ci
attrae. La morte ce la sottrae” (CCXVII); “E nel passaggio dal sonno Rem al
sonno Eterno,/ la morte che tutti vorremmo” (CCXXI); “I casi della vita: palo piantato
assieme a pianta. A primavera, pianta morta, palo fiorito” (CCXXVI), e infine
ecco cosa significa vivere la vita: “Vivere la vita è com’esser circondati dal nemico.
Arrivano proiettili all’improvviso, e da tutte le parti” (CCXXIV). Il percorso
aforistico di Longo presenta una ricchezza di elementi e di situazioni, di
strategie stilistiche che in questa nota ho cercato di porre in evidenza, ma si
tratta solo di alcune ma comunque bastevoli a farci dire che Nicolino Longo è
un eccelso poeta aforistico. Carmine Chiodo Università Tor Vergata, Roma
La copertina del libro
Nicolino
Longo L’alba
della sera. Aforismi Secondo
Volume. Prefazione
di Antonio Castronuovo. Bastogilibri,
Roma 2020. Euro 2o,oo.