GUERRA E BUON SENSO Domande
di uno storico obiettore
In
questo periodo, più o meno concomitanti si, sono verificati cambi di governo
nel nostro Paese e in quello che vorrebbe essere il Paese dell'eccellenza, gli
Stati Uniti d' America, che si interessa dei problemi del mondo, e ha un
migliaio di basi militari sparse, ben lontano dalla Quinta Strada di N.Y. Cambi
che, ovviamente, tengono conto delle diversità di partenza. Su un punto però
concordano: non parlano dei problemi che riguarderebbero i rispettivi cittadini
in caso di una guerra con le armi di oggi, enormemente diverse da quelle usate
in precedenza. Un enorme salto di qualità e capacità distruttiva che potrebbe
riguardare miliardi di persone, non le diverse decine di milioni della Seconda
guerra mondiale che già avevano fatto soffrire in precedenza; morti che
purtroppo non hanno insegnato nulla, considerata la situazione odierna. Eppure
sia il nostro che l'altro si stanno armando, con il diverso peso politico in
gioco e con il fatto che noi siamo alleati (?) quasi alla pari. E le attenzioni
che dovremmo prestare alla nostra vita quotidiana con la presenza di un virus
che ha colpito tutti gli Stati, amici e potenziali nemici, in termini economici
e sanitari, non ci induce a riflettere che i soldi per gli armamenti sarebbe
meglio impegnarli per la vita che stiamo vivendo oggi e non per una
"difesa" futura, che non ci sarebbe per le armi in gioco, e che altro
sarebbe comunque una "vendetta" potenziale, non una
"difesa"? Eppure i governi
degli Stati, o meglio chi guida le loro politiche, non sentono questa
responsabilità di comunicare ai loro cittadini la situazione in cui ci troviamo
e i pericoli che avremmo di fronte. Si pensa ancora al "Primo Colpo"
da infliggere all' avversario? Stupendo! Qualcuno può essere certo che sarà
definitivo, e vale la pena mettere in gioco la vita dei propri concittadini,
tantissimi di loro, esseri umani, non numeri? Ma non si sosteneva che le
guerre, a parte quelle dichiaratamente di conquista, si facevano per
raddrizzare torti, per difendere la propria libertà? Ma poi queste sono
obbligatorie? Le ordina qualche autorità superiore? Oppure, storicamente, nell'
evolversi della nostra vita umana in una situazione nucleare di questi tempi
con un corollario di intelligenze artificiali e altri ritrovati scientifici, non
ci conviene cambiare atteggiamenti e aprirci anche al solo mondo che abitiamo,
che ruota nell'Universo? [Giuseppe
Bruzzone]