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lunedì 1 marzo 2021

L’opinione
UMANITÀ
di Chicca Morone

Chicca Morone

Mezzanotte, l’ora delle streghe, tra martedì grasso e mercoledì delle Ceneri di un Anno Santo ho pensato bene di venire a vedere con i miei occhi fatti di materia cosa succedeva in questo mondo. Non che in questi “pochi” anni mi sia fatta un’idea ben definita della reale situazione delle Leggi che lo governino: è tutto così fluttuante da apparirmi come un enorme sogno in cui tutti cerchiamo di recitare la nostra parte su copioni di opere assolutamente inconciliabili.
Forse dipende dal fatto che spesso sbagliamo colleghi e saliamo su un palco a cui diamo importanza, mentre la nostra vera natura, quella che conosciamo poco perché ne vediamo gli aspetti negativi senza capire che esiste il perfetto equilibrio più addentro ci immergiamo in noi stesse, non trova la giusta espressione nell’ambiente circostante.
La benedizione è arrivata lo scorso 21 febbraio 2020, data scelta come inizio della cosiddetta “pandemia”. Una vera benedizione perché ci ha scardinato completamente dalle nostre abitudini, dalle nostre certezze, dai nostri “apparire”: ci ha chiusi in casa per diversi mesi, ci ha permesso di trascorrere qualche giorno di vacanza estiva (sempre sotto minaccia di cataclismi in arrivo), ha iniziato nuovamente a infierire su di noi e ci ha dimostrato quanto poco ci siano persone in grado di ragionare con la propria testa, asserviti alle immagini che televisioni e giornali ci propinano.
È così che si è realizzato il piano invisibile del “Divide et impera” mirato a creare disarmonia e tensioni ovunque, senza motivo, semplicemente fomentando odio e rancori. “Non porti la mascherina? Untrice” quando è accertato che non è la mascherina a proteggere dal virus che, come tutti gli altri virus, ha avuto il suo decorso e ormai ha una carica virale bassissima, estinguibile facilmente se immediatamente fermata da quei farmaci che tanto piacciono ai loro produttori.
Ma il sublime arriva con il vaccino, un farmaco sperimentale di cui siamo cavie consenzienti e che adesso sarà testato sui bambini dopo l’anno di vita. Un vaccino che implica sempre l’uso delle mascherine del distanziamento ecc. ecc. Un vaccino la cui durata non passa oltre l’anno e che abbisogna di richiami. Un vaccino che non rende immuni, ma che innesca una caccia alle streghe verso chi non vuole o non può sottoporsi a un trattamento del genere. E ci siamo risparmiati la primula sugli abiti… che tanto avrebbe ricordato la stella gialla ebraica degli anni Quaranta: a questo proposito vorrei ricordare che a Norimberga sono stati giustiziati i “ricercatori” della pura razza ariana, quelli che hanno somministrato sostanze chimiche sperimentali su persone non consenzienti, un concetto molto vicino all’obbligo del passaporto sanitario.
Ma siamo completamente rincretiniti o qualcuno (e tanti, mi risulta seppure in silenzio) ha iniziato a porsi qualche domanda. “Cui prodest”?
Siamo prigionieri di una élite che pensa solo ai propri vantaggi e che possedendo tentacoli ovunque ci fa recitare in uno scenario di cartapesta (carta stampate e non), volatilizzabile in breve tempo se le coscienze si risvegliassero dal torpore.
Finché non ci risponderanno al perché:
1. nel marzo 2020 sono state “sconsigliate” le autopsie;
2. i cadaveri sono stati bruciati;
3. l’informazione è stata ed è ancora totalmente priva di dati certi: quanti morti realmente di Covid e quanti di altra malattia, incidenti ecc.?;
4. non vengono usate terapie come quella del plasma iperimmune del dottor Di Donno di Mantova;
5. in televisione compaiono solo personaggi come il professor Massimo Galli, sbugiardato nelle 24 ore dal proprio ospedale e premi Nobel per la medicina vengono oscurati o ridicolizzati;
non siamo tenuti a credere loro: anzi, dobbiamo diffidare alla grande.
Posseggono un potere enorme basato sull’economia e la finanza, ma non posseggono il sentimento unica via di salvezza: l’Amore. Amore per la vita, per il proprio lavoro, per il prossimo, per la libertà… e soprattutto Amore per il divino, quella parte di noi senza la quale viaggiamo come automi, semplici corpi destinati a dissolversi senza aver compiuto il proprio destino qui sulla terra. Mi piacerebbe aver finito il mio percorso terreno e non dover tornare a riparare ai danni compiuti, ma qualora capitasse, cercherò di scegliere un periodo un po’ meno conflittuale in cui trovare umani più… umani!