PASQUA DI SANGUE
di
Angelo Gaccione
Massacri in Birmania
Partirei da questo messaggio giuntomi domenica, dopo aver pubblicato nelle pagine culturali de “Il Quotidiano del Sud” un durissimo e doloroso articolo.
“Oggi (domenica 28 marzo) è il giorno della pace che non
c’è. Piccolo campo di sterminio in Bosnia. Bambina morta annegata nel Rio
Grande in fuga dalla disperazione verso l’America. Ieri 100 ragazzini ammazzati
come uccellini in volo verso la libertà in Birmania, massacro giornaliero
perpetrato da militari sadici che uccidono ‘solo’ all’interno del loro
Paese, tollerati in nome della non ingerenza e dalla coda di paglia degli altri
Stati. Sono solo tre esempi della disperazione e morte che colpisce sempre e
comunque quasi esclusivamente i poveri di tutto il mondo. In questa Settimana
Santa, chiediamo agli Esseri Umani di buona volontà detentori di poteri
governativi di fare il possibile per fermare le mani assassine”. [Saverio
Lanza]
Contro questa suora inerme
hanno sparato a bruciapelo
Cos’altro aggiungere a questi dieci righi di tragica
constatazione e di umana impotenza? I poveri, i dannati della terra, continuano
a morire in massa e nelle più varie forme, mentre i responsabili della loro
morte, i loro assassini, non pagano mai. Hanno dalla loro parte la forza, cioè
la legge; ed hanno dalla loro parte la legge, cioè la forza. È in questo modo
che si sono garantiti la loro impunità. Tuttavia gli assassini non potrebbero
competere, in termini di forza e di numero, con i loro popoli, anche se dalla
loro parte gli aguzzini hanno la forza della legge e la legge della forza.
Legge e forza gli assassini possono esercitarle contro i loro popoli, perché
possiedono le armi e le braccia che le impugnano. I popoli no, possiedono le
loro braccia nude, le loro braccia inermi. È in questo modo che gli Stati e i
Governi assassini, riescono a fare paura ai loro popoli; e invece dovrebbero
essere i popoli a fare paura ai loro Governi e ai loro Stati, perché è solo
così che la democrazia, l’imparzialità della legge, l’interesse collettivo,
l’equità, potrebbero trovare il loro giusto equilibrio umano e sociale. Lanza nel
suo breve scritto invita i reggenti di Stati e Governi “di buona volontà” a
fermare le mani degli assassini. È una giusta e umana aspirazione, ma resta una
aspirazione.
hanno sparato a bruciapelo