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martedì 6 aprile 2021

I BENI VERI

Corrado Alvaro

Mentre pandemia e tecnologia tendono ad allontanarci, Corrado Alvaro ci ricorda che umanità è vicinanza, anche alla natura.
 
Noi non sappiamo più, quando mangiamo il pane e beviamo il vino, che cosa rappresentino questi beni nei paesi chiusi dove un campo che va a male porta il malanno a un’intera popolazione, come se fuori di quel giro d’uomini e di quell’intreccio di vicoli scuri tagliati dal sole bianco, non vi fosse altro grano o altro vino nel mondo. Difatti non ve n’è perché non possono comperarne. Una gallina che fa molte uova diventa famosa nella contrada, e così un albero che fa bei frutti o un campo prospero. Un pezzo di pane che cade in terra, chi lo raccatta lo bacia. Queste cose o si sono vedute o ci vuole un genio per immaginarle quali sono: la povertà è un fatto immenso, superiore a ogni fantasia umana, il dramma più profondo dell’uomo e la stessa storia dell’umanità, delle sue lotte e delle sue guerre. Soltanto gli uomini fra di loro possono soccorrersi davvero, arrivare dove le leggi non arrivano, e dove, anche se arrivassero, non potrebbero rimediare che poco; v’è un dolore nel mondo che nulla può raggiungere se non l’occhio benigno dell’uomo. E le civiltà divengono inumane quando si rompe questa vigilanza e l’uomo non si accorge del vicino; quando si vogliono rendere tutti felici in massa, e tutti in particolare divengono sventurati.