Il
7 ottobre 2001 le fortezze volanti di Granbretagna e USA cominciarono a
bombardare a
tappeto l’Afghanistan
con il pretesto dell’attentato alle torri gemelle di New York del mese
precedente. L’invasione e il tentativo di sopprimere la sovranità di quel paese
ebbero un iniziale successo e scatenarono gli appetiti di altri stati
imperialisti. Nel dicembre dello stesso anno, infatti, il governo e il
parlamento italiano, con la tempestività servile di chi vuole accaparrarsi più
briciole possibili a un banchetto di rapina, si accodarono ad Americani e
Inglesi con un primo manipolo di 11 militari sbarcato a Kabul a dicembre. Quella
che era stata presentata come una operazione di polizia internazionale di breve
durata si è poi rivelata come una guerra senza fine, tanto che il piccolo contingente si andò ingrossando fino
alla compresenza di diverse migliaia di unità. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e in venti
anni di guerra fiumi
di sangue di
innocenti sono stati sparsi e continuano ad essere versati, non solo per
effetto di armi da fuoco ma anche di torture. Purtroppo questa orribile vicenda
non ha cambiato l'orientamento dello stato italiano che si muove come se fosse
pervaso dalla stessa ossessione dei serial killer, con la differenza che i
serial killer agiscono in un quadro clinico patologico, mentre lo stato ufficiale
e quello profondo che ci governano sono sospinti dalla voracità di interessi finanziari,
industriali e militari. La storia non ha insegnato nulla al parlamento ed al
governo italiani, ciechi e sordi alle tragedie provocate dalle guerre e ad ogni
istanza “umanitaria”. L’ultima disposizione adottata è del luglio 2020 quando la Camera, senza
alcun voto contrario, ha definitivamente approvato la legge relativa ai nuovi impegni militari
internazionali: in tutto quarantuno missioni dislocate nei punti più sensibili
del pianeta secondo il criterio del cosiddetto interesse nazionale. La
nuova mappa riguarda 41 missioni con un impegno complessivo di più di 8000
militari ed una spesa stimata di circa 1200 milioni di euro. È degno di
interesse vedere come sono distribuite le missioni con riferimento alle
organizzazioni internazionali con cui vengono svolte: 12
della U.E., 9 della NATO, 7 dell’ONU e, da sottolineare, 13 su base nazionale o
in coalizioni internazionali “ad hoc”. Questi
i principali interventi deliberati (Non
sempre i dati degli effettivi sono stati pubblicati in modo preciso, alcune
informazioni mancano come se fossero state segretate)
NUOVI IMPEGNI Takuba nel Sahel,
una forza multinazionale “ad hoc” che raggruppa alcuni Paesi europei a
guida francese e che opererà a fianco dell’Operazione francese Barkhane. Si
tratta quindi di una missione non emanazione di U.E. NATO o ONU, una task force
composta da Forze Speciali e il cui compito principale è quello di fornire
attività di consulenza, assistenza, addestramento e guida a supporto delle
Forze Armate e delle Forze Speciali locali con funzioni “ufficiali” di antiterrorismo.
Con questo impegno l’Italia accresce così la sua presenza nel Sahel che, tra
Takuba e la missione bilaterale in Niger, arriva a 600 unità. Golfo
di Guinea intervento
nazionale. Un
altro nuovo intervento è quello nel Golfo di Guinea, dove sono molto forti gli
interessi dell’ENI e, pare, la minaccia della pirateria, con un dispositivo
composto da due navi. Mediterraneo
centrale - IRINI Missione
europea U.E. nel Mediterraneo Centrale per la quale l’impegno italiano è
quantificato in una nave e 3 mezzi aerei. Le
Principali Missioni Confermate
EUROPA Missione
NATO Joint enterprise - KOSOVO 620 militari EUFOR
ALTHEA - U.E. Bosnia Erzegovina 40 militari Sea
guardian mediterraneo NATO è una forza marittima multinazionale integrata composta da
navi appartenenti a diverse Nazioni Alleate (NATO) OPERAZIONE
MARE SICURO -
intervento nazionale - con funzioni antiprofughi ALTRE
OPERAZIONI NATO cui
partecipa l’Italia: Enhanced
forward presence (Lettonia) 200 militari Standing
naval forces - fronte sud del mediterraneo - 259 militari Missioni
air policing - sorveglianza spazio aereo - 135 militari
ASIA Afghanistan
- Resolute support mission NATO con
ancora 800 unità Libano
UNIFIL con
più di 1100 unità Palestina
(MIADIT) 33
UNITÀ IRAQ
Kuwait OPERAZIONE
INHERENT RESOLVE PRIMA PARTHICA Coalizione
internazionale di 65 paesi 1100 unità Intervento
NATO 46 militari AFRICA LIBIA Missione
bilaterale di assistenza e supporto in Libia (MIBIL) 400 militari TUNISIA Missione
bilaterale 15 militari MALI Missione
ONU “MINUSMA” Missione
U.E. “EUTM” Missione
U.E. “EUCAP “Sahel Mali” in
tutto circa 40 militari NIGER Missione
bilaterale di supporto nella repubblica del Niger 300 militari SOMALIA EUTM
somalia 148 militari missione
di addestramento forze polizia somale e gibutiane 53 militari GIBUTI Base
militare - 117 militari. [Le
missioni militari italiane all’estero fonte
Ministero Difesa gennaio 2020]