Lo
scritto, che qui pubblichiamo, ci è arrivato in più copie e da diverse parti.
Quasi tutte le email che lo hanno accompagnato, esibivano un grande
trionfalismo come se fosse avvenuto qualcosa di epocale. Ora, lasciando da
parte la strumentalità delle vicende storiche (si potrebbe imputare a
quasi tutti gli Stati esistenti di avere, nel corso della loro storia,
perpetrati massacri o genocidi);lasciando da parte i due Stati
super-armati e guerrafondai (l’America resta finora la nazione che ha
fatto più guerre inassoluto); e lasciando da parte i presidenti (Biden
ed Erdoganusano in chiave di puro consenso politico la loro finta
religiosità), a noila notizia non ha suscitato alcun entusiasmo.
Ci saremmo entusiasmati se la Turchia avesse deciso di uscire dalla Nato,
sciogliere il suo apparato militare per impiegare la spesa bellica a fini
sociali, smettere di acquistare armi, di massacrare i curdi, di perseguitare
gli oppositori, di considerare le donne turche pura spazzatura, di porre fine
alle sue aggressioni esterne. Ma forse a quanti si sono entusiasmati tutto
questo non importa.[A. G.]
La
Turchia ha annunciato di aver proibito alla Forza Aerea degli Stati Uniti
l’utilizzo delle sue basi militari e ha dato 15 giorni per uscire dal suo
territorio.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato sabato che il suo paese
classifica come “genocidio”, il massacro degli armeni da parte delle forze
dell’Impero Ottomano, l’attuale Turchia, durante la Prima guerra mondiale;
fatto che ha portato a dure condanne da parte del governo turco.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato sabato che il suo paese
classifica come “genocidio”, il massacro degli armeni da parte delle forze
dell’Impero Ottomano, l’attuale Turchia, durante la Prima guerra mondiale;
fatto che ha portato a dure condanne da parte del governo turco. La
Turchia rifiuta di riconoscere il massacro degli armeni nel 1915 come
“genocidio”. A tal proposito, il presidente del Partito Patriottico della
Turchia, Dogu Perinçek, ha annunciato domenica che il suo Paese ha deciso di
interrompere la cooperazione militare con Washington, annunciando l’espulsione
dell’esercito americano dal proprio territorio e il divieto di utilizzo
delle sue basi aeree dall’Aviazione militare degli Stati Uniti, anche
nell’ambito della cooperazione dell’Organizzazione del Trattato del Nord
Atlantico (NATO), secondo il portale russo Avia.Pro. Secondo Perinçek,
Washington sarà obbligata a lasciare le installazioni militari turche entro 15
giorni, indipendentemente dal fatto che il Dipartimento della Difesa degli
Stati Uniti (il Pentagono) sia preparato o meno. L’alto funzionario ha spiegato
che la cooperazione tra Stati Uniti e Turchia in campo militare può
considerarsi conclusa. “Le forze armate turche devono stabilire immediatamente
il pieno controllo della base aerea di Incirlik [nel sud della Turchia] e far
tornare a casa le truppe statunitensi dispiegate lì entro 15 giorni”, ha
osservato. La Turchia ha convocato l’ambasciatore Usa per le dichiarazioni di
Biden. Il governo turco ha anche convocato domenica l’ambasciatore Usa ad
Ankara (capitale della Turchia), David Satterfield, e ha chiarito di
considerare “inaccettabili” le parole del presidente Usa. La
Turchia è pronta a dare una risposta ferma alle minacce statunitensi
Ankara ritiene che l’affermazione di Biden sia “non valida in termini di
diritto internazionale” e quindi la respinge a titolo definitivo, hanno detto
le autorità turche al diplomatico Usa. Intanto l’ambasciata Usa ad Ankara, così
come i consolati Usa a Istanbul, Adana e Izmir, hanno annunciato che saranno
chiusi lunedì e martedì 26 e 27 aprile, come “misura precauzionale” contro
possibili proteste. Il massacro armeno ha avuto luogo tra il 1915 e il 1917 e
si stima che abbia ucciso 1,5 milioni di persone. Questo massacro è stato riconosciuto
come un genocidio da diversi paesi. Tuttavia, la Turchia sostiene che il
massacro non ha seguito un piano sistematico di sterminio della popolazione
armena, ma è avvenuto in scontri che descrive come una “guerra civile”,
aggravata dalle carestie, che hanno ucciso diverse centinaia di migliaia di
armeni e di etnia turca. Nota:
La perdita della Turchia per la NATO costituisce un grave problema proprio nel
momento di maggiori tensioni nel Mar Nero.