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sabato 1 maggio 2021

LA TURCHIA SFRATTA LE BASI USA

Biden e Erdogan

Lo scritto, che qui pubblichiamo, ci è arrivato in più copie e da diverse parti. Quasi tutte le email che lo hanno accompagnato, esibivano un grande trionfalismo come se fosse avvenuto qualcosa di epocale. Ora, lasciando da parte la strumentalità delle vicende storiche (si potrebbe imputare a quasi tutti gli Stati esistenti di avere, nel corso della loro storia, perpetrati massacri o genocidi); lasciando da parte i due Stati super-armati e guerrafondai (l’America resta finora la nazione che ha fatto più guerre in assoluto); e lasciando da parte i presidenti (Biden ed Erdogan usano in chiave di puro consenso politico la loro finta religiosità), a noi la notizia non ha suscitato alcun entusiasmo. Ci saremmo entusiasmati se la Turchia avesse deciso di uscire dalla Nato, sciogliere il suo apparato militare per impiegare la spesa bellica a fini sociali, smettere di acquistare armi, di massacrare i curdi, di perseguitare gli oppositori, di considerare le donne turche pura spazzatura, di porre fine alle sue aggressioni esterne. Ma forse a quanti si sono entusiasmati tutto questo non importa. [A. G.]



La Turchia ha annunciato di aver proibito alla Forza Aerea degli Stati Uniti l’utilizzo delle sue basi militari e ha dato 15 giorni per uscire dal suo territorio.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato sabato che il suo paese classifica come “genocidio”, il massacro degli armeni da parte delle forze dell’Impero Ottomano, l’attuale Turchia, durante la Prima guerra mondiale; fatto che ha portato a dure condanne da parte del governo turco.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato sabato che il suo paese classifica come “genocidio”, il massacro degli armeni da parte delle forze dell’Impero Ottomano, l’attuale Turchia, durante la Prima guerra mondiale; fatto che ha portato a dure condanne da parte del governo turco.
La Turchia rifiuta di riconoscere il massacro degli armeni nel 1915 come “genocidio”. A tal proposito, il presidente del Partito Patriottico della Turchia, Dogu Perinçek, ha annunciato domenica che il suo Paese ha deciso di interrompere la cooperazione militare con Washington, annunciando l’espulsione dell’esercito americano dal proprio territorio e il divieto di utilizzo delle sue basi aeree dall’Aviazione militare degli Stati Uniti, anche nell’ambito della cooperazione dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), secondo il portale russo Avia.Pro. Secondo Perinçek, Washington sarà obbligata a lasciare le installazioni militari turche entro 15 giorni, indipendentemente dal fatto che il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (il Pentagono) sia preparato o meno. L’alto funzionario ha spiegato che la cooperazione tra Stati Uniti e Turchia in campo militare può considerarsi conclusa. “Le forze armate turche devono stabilire immediatamente il pieno controllo della base aerea di Incirlik [nel sud della Turchia] e far tornare a casa le truppe statunitensi dispiegate lì entro 15 giorni”, ha osservato. La Turchia ha convocato l’ambasciatore Usa per le dichiarazioni di Biden. Il governo turco ha anche convocato domenica l’ambasciatore Usa ad Ankara (capitale della Turchia), David Satterfield, e ha chiarito di considerare “inaccettabili” le parole del presidente Usa.
La Turchia è pronta a dare una risposta ferma alle minacce statunitensi
Ankara ritiene che l’affermazione di Biden sia “non valida in termini di diritto internazionale” e quindi la respinge a titolo definitivo, hanno detto le autorità turche al diplomatico Usa. Intanto l’ambasciata Usa ad Ankara, così come i consolati Usa a Istanbul, Adana e Izmir, hanno annunciato che saranno chiusi lunedì e martedì 26 e 27 aprile, come “misura precauzionale” contro possibili proteste. Il massacro armeno ha avuto luogo tra il 1915 e il 1917 e si stima che abbia ucciso 1,5 milioni di persone. Questo massacro è stato riconosciuto come un genocidio da diversi paesi. Tuttavia, la Turchia sostiene che il massacro non ha seguito un piano sistematico di sterminio della popolazione armena, ma è avvenuto in scontri che descrive come una “guerra civile”, aggravata dalle carestie, che hanno ucciso diverse centinaia di migliaia di armeni e di etnia turca.
Nota: La perdita della Turchia per la NATO costituisce un grave problema proprio nel momento di maggiori tensioni nel Mar Nero.