MARATONA CIVILE SOTTO PALAZZO VECCHIO
Associazione di volontariato Idra
Gli ex Conventi in Costa San Giorgio
Firenze. Natali e
Bencivenni: anticipazioni illustri di maratona civile testimonieranno venerdì 28 maggio a partire dalle ore
11 accanto ai cittadini: scongiurare l’insostenibile pesantezza della variante
Costa San Giorgio!
La loro firma nel lunghissimo elenco di adesioni
– oltre 600 – raccolte fra studiosi, artisti, architetti, paesaggisti,
ricercatori, educatori, storici dell’arte. Ma anche cittadini ‘comuni’,
sorpresi e indignati da un intervento che minaccia - all’insaputa del mondo
della cultura - di stravolgere la qualità ambientale, la vivibilità e
l’accessibilità di un angolo pregiato del patrimonio mondiale Unesco, a pochi
passi dal Ponte Vecchio, fra Santa Felicita, Boboli e Belvedere, perpetuando un
modello turistico rivelatosi devastante e perdente. 600 nomi che saranno letti
e scanditi venerdì mattina, a partire dalle 11, sotto Palazzo Vecchio, alternati
agli interventi in presenza e da remoto di alcuni fra i maggiori esponenti
della cultura fiorentina e nazionale, come Antonio Natali e Mario Bencivenni,
che firmando il Manifesto Boboli-Belvedere hanno voluto
indicare alla classe politica che amministra la città la strada maestra
dell’urbanistica partecipata, quella che chiama i decisori a condividere
democraticamente – prima di deliberare – i valori della conoscenza, del
confronto, del dibattito pubblico.
“Quelli che ci sono toccati sono giorni segnati da
un conformismo culturale che svilisce ogni impresa. È un conformismo
che si manifesta a principiare dal linguaggio, sempre più ingolfato di vocaboli
e formule gergali inglesi, che s’assumono nella scriteriata convinzione di
nobilitare i nostri pensieri. Un abuso che però non è più volgare di quello che
si pratichi quando si ricorra a espressioni gergali italiane, adottate per
richiamare l’attenzione dei più. “Sinergia”, “fare squadra”, “museo diffuso”
sono parole diventate magiche: la loro evocazione par che basti a qualificare
un progetto. Non importa se il progetto sia una montatura oppure si rivelerà
irrealizzabile o se poi sia davvero buono. Il tempo non ha più memoria:
una promessa vale per quello che sùbito fa guadagnare in immagine; nessuno se
ne ricorderà quando non sarà mantenuta. Al cospetto di quanto si preannuncia
sulla Costa San Giorgio conviene riflettere sul significato di ‘museo
diffuso’. Se ne parla tanto, ma a parlarne non si dura fatica. L’Italia è, sì,
un museo diffuso, ma non basta astrattamente proclamarne l’esistenza. Il ‘museo
diffuso’ c’è pervenuto in eredità gratuita; è nostro compito salvaguardarlo,
restituendogli al contempo valore culturale. Non ha confini il ‘museo diffuso’:
è nei borghi come nelle città. Firenze ha l’obbligo di guardare ai suoi
contorni senza tuttavia dimenticare mai che anche il suo patrimonio è parte del
‘museo diffuso’. Patrimonio ricco, ma molto fragile. Tener conto a Firenze
della contemporaneità è vitale perché non si trasformi in una città
sottovuoto; la contemporaneità però ha da essere eticamente
fondata. Non può ledere la nobiltà del passato. Intervenire con pesantezza
sulla Costa San Giorgio non è né storicamente né eticamente
ammissibile. Tanto più se poi si ama sproloquiare di ‘museo diffuso’”.
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