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martedì 1 giugno 2021

CEMENTO SU CEMENTO
di Adriana Dadà*

Un momento della Maratona
civile a Firenze

Firenze. Non mi è stato possibile partecipare di persona alla Maratona civile per postumi di Covid. Mi farebbe piacere far giungere queste notizie a tutte/tutti.
 
Con il mio intervento alla maratona mi proponevo di illustrare la situazione della zona Nord Ovest, dove, come ha scritto Nardella, in “Firenze rinasce” si tenta ancora una volta a “riempire spazi vuoti”, in una zona  in realtà satura di costruzioni e dove la presenza di verde pubblico è la metà del dovuto per legge.
Da anni una serie di associazioni della zona (Comitato Belfiore, Comitato Manifattura Tabacchi, Associazione Giardino San Jacopino, Associazione Leopolda Viva) si battono per migliorare la situazione senza mai essere stati ascoltati. Hanno fatto una consultazione popolare nel 2018 inviando le conclusioni all’Amministrazione Comunale. Si rivendicava la messa a disposizione della cittadinanza di un’area, l’ex calzaturificio di Via delle Carra, delle caserme di via Palestrina, una diversa gestione delle aree Belfiore e Leopolda. Le necessita espresse dalla popolazioni e realmente tangibili sono state (e restano) soprattutto: la mancanza di spazi per la scuola, per il verde pubblico libero e attrezzato e per attività ludico sportive per ragazzi e ragazze di ogni età (la Sala Gialla che pure è nel rione ha spazi limitati e al chiuso).
Negli ultimi due anni ci siamo riuniti con la sigla “4 Luoghi” anche perché nella nostra zona sta per essere perpetuato un altro scempio: la costruzione nell’area delle ex Officine Grandi Riparazioni (dal teatro comunale alla Manifattura Tabacchi) di un quartiere definito post-Covid da Nardella. A questa operazione che elimina l’ultimo spazio destinabile a verde pubblico libero e attrezzato si accompagna la dismissione della tratta ferroviaria Leopolda-Empoli che avrebbe già potuto essere un valido pezzo di una metropolitana di superficie. La dismissione di questa tratta e la costruzione della tramvia 4 non corrispondono ad altra esigenza che quella di permettere di usufruire di un’area edificabile maggiore di quanto permetterebbe la ferrovia (che ha bisogno di un’area di vari metri ai lati).
La nostra lotta non è quindi solo per le esigenze di un quartiere fra i più densamente abitati e carente di spazi pubblici, ma anche per salvare la città della ulteriore cementificazione e la svendita di pezzi della città per fini speculativi.
Se volete approfondire questi temi:


https://www.perunaltracitta.org/2020/11/10/officine-grandi-riparazioni-e-stazione-leopolda-salviamo-almeno-la-memoria/ <https://www.perunaltracitta.org/2020/11/10/officine-grandi-riparazioni-e-stazione-leopolda-salviamo-almeno-la-memoria/>
https://www.perunaltracitta.org/2020/06/23/fiorenza-che-al-quartiere-san-jacopino-volta-le-spalle/ <https://www.perunaltracitta.org/2020/06/23/fiorenza-che-al-quartiere-san-jacopino-volta-le-spalle/>
https://www.perunaltracitta.org/2020/06/09/cosa-ce-di-nuovo-a-san-jacopino/ <https://www.perunaltracitta.org/2020/06/09/cosa-ce-di-nuovo-a-san-jacopino/>
https://www.perunaltracitta.org/2020/05/06/dal-rione-di-san-jacopino-porta-a-prato-a-firenze/


*Ricercatrice e docente in pensione
di Storia Contemporanea, Università di Firenze 1