LUGLIO ’60 E LA SOLIDARIETÀ DI CLASSE OGGI di
Franco Astengo
L’attualissimo
episodio di solidarietà in atto in questo momento tra i metalmeccanici genovesi
e i portuali savonesi si inserisce perfettamente nel ricordo delle giornate
genovesi di 61 anni fa quando proprio gli operai e i portuali genovesi (giovani
dalle magliette a strisce o anziani partigiani: “Ultimi fuochi della
Resistenza o Primi vagiti del ’68”) respinsero la pretesa fascista di
celebrare, stando al governo con la DC, il proprio congresso nella Città
medaglia d’oro della Resistenza, l’unica città europea nella quale il 24 aprile
i tedeschi si erano arresi agli esponenti del CLN. L’attuale
vertenza dell’acciaio genovese con gli operai dello stabilimento di Cornigliano
posti arbitrariamente in CIG dai padroni franco-indiani ha suscitato questo
rinnovato senso d solidarietà di classe. I
portuali savonesi, infatti, hanno proclamato ieri una giornata di sciopero, poi
allungata di 48 ore, al riguardo della nave Ursa Major, rifiutandosi di
scaricarne il contenuto di rotoli di ferro (gli antichi “mascelli”) destinati
allo stabilimento genovese. La
nave era stata dirottata a Savona dall’azienda proprio per aggirare gli
scioperi che bloccano l’attività a Genova. La
risposta dei portuali al riguardo degli operai è stata quella di ritrovare il
senso profondo della solidarietà di classe: la stessa solidarietà che il 30
giugno aveva portato a quello sciopero antifascista, reclamato in piazza da
Sandro Pertini, che rappresentò un vero momento di svolta per la democrazia
italiana e l’attuazione della Costituzione Repubblicana. Un
ricordo incancellabile e un momento di grande attualità: la classe operaia non
è scomparsa e la sua capacità di lotta rimane fattore fondamentale per la
democrazia e il progresso.