Parlo da non fiorentina, ma
con una percezione delle cose e il coinvolgimento di chi ha vissuto per tanti
anni a Firenze e soprattutto lavorato nella consapevolezza del suo patrimonio
storico e culturale. Ho aderito a questa azione di denuncia per tre ragioni
di immediata evidenza. La zona interessata, la Costa San Giorgio, offre ai miei
occhi la testimonianza più forte della qualità specifica del tessuto urbano di
Firenze, l’integrazione fra città e colline, la vegetazione della campagna che
col suo respiro si incunea e si amalgama ai muri della città. L’intervento
edilizio prospettato, ben altro da riuso o riqualificazione, compromette tale
straordinario equilibrio sia nella contingenza, per la complessa
cantierizzazione prevista, sia, evidentemente nella lunga durata. Soprattutto,
esso costituisce un ulteriore, insopportabile tassello in un processo avviato
di esclusiva gentrificazione del centro storico, tutto a discapito della
maggioranza della popolazione residente. Un centro storico vivo, con storia e
carattere antropologico spiccati, si sta facendo vieppiù una sorta di
parco ambientale, fra natura, storia, cultura, a sola fruizione dei cosiddetti
happy few, fra shopping mall e hotel a 5 o 6 stelle, con il valore aggiunto di
qualche cipresso o del Pontormo di Santa Felicita. Tale processo andrebbe controllato e gestito con
lucidità e perspicacia, il Resort a Costa San Giorgio ne è uno dei tanti esiti,
di particolare aberrazione.
*già docente di Storia dell’Arte
Contemporanea all’Università di Firenze * DONAZIONI IN VENDITA di Vittorio Maschietto*
Veduta di Villa Basilewski
Come urbanista, ho sempre
considerato Firenze “città bella” ed ho posto grande attenzione ogniqualvolta
si è parlato di sviluppi contemporanei, in nome di adeguamenti alla qualità
urbana, ma purtroppo si sono sacrificati settori e funzioni di spazio pubblico,
usando come grimaldello le esigenze della modernità. Questo progetto
rappresenta senza dubbio una dose insopportabile di arroganza dell’interesse
privato contro il bene pubblico. La “città bella” è nata condivisa e
partecipata, sempre comunicata, un’opera aperta, insomma. Oggi invece Firenze
si presenta “chiusa per affari privati in corso”, fatemelo dire, e chi la
chiude sono gli stessi che la devono governare in nome dell’interesse comune! Un’ultima
cosa: la vendita di Villa Basilewski dalla Regione ad un privato rimette in
crisi tutte le donazioni di chi ama Firenze e non potremo più contare su questa
importante risorsa.