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lunedì 28 giugno 2021

SU COSTA SAN GIORGIO
di Maria Grazia Messina*


  

Parlo da non fiorentina, ma con una percezione delle cose e il coinvolgimento di chi ha vissuto per tanti anni a Firenze e soprattutto lavorato nella consapevolezza del suo patrimonio storico e culturale.
Ho aderito a questa azione di denuncia per tre ragioni di immediata evidenza. La zona interessata, la Costa San Giorgio, offre ai miei occhi la testimonianza più forte della qualità specifica del tessuto urbano di Firenze, l’integrazione fra città e colline, la vegetazione della campagna che col suo respiro si incunea e si amalgama ai muri della città. L’intervento edilizio prospettato, ben altro da riuso o riqualificazione, compromette tale straordinario equilibrio sia nella contingenza, per la complessa cantierizzazione prevista, sia, evidentemente nella lunga durata. Soprattutto, esso costituisce un ulteriore, insopportabile tassello in un processo avviato di esclusiva gentrificazione del centro storico, tutto a discapito della maggioranza della popolazione residente. Un centro storico vivo, con storia e carattere antropologico spiccati, si sta facendo vieppiù una sorta di parco ambientale, fra natura, storia, cultura, a sola fruizione dei cosiddetti happy few, fra shopping mall e hotel a 5 o 6 stelle, con il valore aggiunto di qualche cipresso o del Pontormo di Santa Felicita.
Tale processo andrebbe controllato e gestito con lucidità e perspicacia, il Resort a Costa San Giorgio ne è uno dei tanti esiti, di particolare aberrazione.

*già docente di Storia dell’Arte Contemporanea
all’Università di Firenze
 
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DONAZIONI IN VENDITA
di Vittorio Maschietto*

Veduta di Villa Basilewski
 
Come urbanista, ho sempre considerato Firenze “città bella” ed ho posto grande attenzione ogniqualvolta si è parlato di sviluppi contemporanei, in nome di adeguamenti alla qualità urbana, ma purtroppo si sono sacrificati settori e funzioni di spazio pubblico, usando come grimaldello le esigenze della modernità. Questo progetto rappresenta senza dubbio una dose insopportabile di arroganza dell’interesse privato contro il bene pubblico. La “città bella” è nata condivisa e partecipata, sempre comunicata, un’opera aperta, insomma. Oggi invece Firenze si presenta “chiusa per affari privati in corso”, fatemelo dire, e chi la chiude sono gli stessi che la devono governare in nome dell’interesse comune! Un’ultima cosa: la vendita di Villa Basilewski dalla Regione ad un privato rimette in crisi tutte le donazioni di chi ama Firenze e non potremo più contare su questa importante risorsa.

*Urbanista