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domenica 13 giugno 2021

QUANDO LA CURA È PEGGIO DELLA MALATTIA…
di Barbara Balzaretti

Residenza "I Glicini"

Stamattina finalmente sono riuscita ad andare a trovare mio papà, Luigi Balzaretti, ricoverato nella RSA “I Glicini” di Bra (Cuneo) a seguito di uno scompenso metabolico avvenuto a inizio aprile 2021. Le sue condizioni cliniche non gli consentono ancora la dimissione al domicilio. È infatti necessario stabilizzarlo per un paio di mesi e, fortunatamente, la normativa ha predisposto - a pagamento - un numero di posti letto “medicalizzati” all’interno delle Residenze Socio Assistenziali. Mia sorella e io avevamo appuntamento alle 10.30, munite entrambe di mascherina Fp2, come ci era stato indicato.
La Direttrice è stata molto cortese e gentile, ci ha rilevato la temperatura e compilato il questionario/autocertificazione; poi ci ha chiesto se eravamo vaccinate e, a seguito della nostra risposta negativa, ci ha informate che potevamo parlare con nostro padre attraverso uno sportello attrezzato dotato di microfono.
Nostro padre è già vaccinato, ha ricevuto la seconda dose a inizio aprile.
Lo avrebbero portato loro allo sportello con la carrozzina.
E così noi abbiamo fatto. Abbiamo chiacchierato con lui attraverso lo sportello, tutti con mascherina, come previsto dalla normativa vigente.
Era molto contento di vederci e ha cambiato quasi subito colore in faccia.
Voleva lo portassimo fuori nel parco: c’era un bel sole, ma non è stato possibile perché io e mia sorella non siamo vaccinate.
Uscendo dalla struttura, il mio fegato ha cominciato a richiamare la mia “attenzione”. Perché non potevamo stare con lui nel parco?
Avevamo la mascherina, lui è vaccinato quindi “super protetto”, le distanze di sicurezza potevano essere addirittura di 2/3 metri, non c’erano altri pazienti fuori… Mia sorella e io possiamo andare a cena fuori, andare al mare, in montagna, ma non possiamo stare con nostro padre fuori nel parco, con la mascherina, con lui vaccinato, con la distanza di sicurezza mantenuta. E questo perché? Mi piacerebbe ricevere una risposta.


"I Glicini"

Se fosse possibile, mi piacerebbe ricevere una risposta scientifica perché probabilmente non ho compreso bene questo virus e la sua modalità di trasmissione. E se non ho compreso bene, forse qualcuno mi può aiutare, qualcuno che “sa”, che “conosce”. “Io so di non sapere” quindi posso rivolgermi solo allo Stato, a chi ci governa. Lo Stato ci indica le regole e noi le rispettiamo, credo funzioni così. Insisto, e se io non ho compreso bene, forse qualcun altro non ha compreso bene questo virus e la sua modalità di trasmissione. Il mio fegato continua a dare dei segnali e mi sovviene alla mente il mito di Prometeo. Prometeo ruba il fuoco agli Dei per donarlo agli uomini e il Fuoco rappresenta la conoscenza. Ruba il fuoco, non per tenerlo per sé, ma per donarlo agli uomini, a tutti gli uomini. Ruba il fuoco e disobbedisce alle leggi di Zeus. Prometeo quindi è un ribelle? È un fuorilegge? Rubare e disobbedire.
Prometeo sa che probabilmente sarà punito.
E Zeus, infatti, si infuria e lo punisce in modo brutale: Prometeo viene incatenato alla cima di una montagna e un’aquila viene ogni giorno a mangiargli il fegato… ah il fegato. E poi ogni notte il fegato si rigenera e il giorno dopo l’aquila ritorna per mangiarglielo nuovamente.
Ma perché Prometeo ruba quel fuoco? Cosa lo spinge?
E soprattutto perché Zeus si infuria tanto?
Zeus forse si adira perché il Fuoco è degli Dei e ora lui è costretto a dividere un pezzo di podio con semplici uomini…
Forse, se Zeus avesse dato delle buone risposte a Prometeo lui non si sarebbe ribellato…
Nel mito comunque alla fine Prometeo viene liberato.
Queste parole non saranno utili a portare mio padre nel parco; queste parole molto probabilmente saranno la voce di Cassandra che rimane inascoltata, ma rimango fiduciosa, in attesa di risposte che tranquillizzino il “fegato” degli uomini compreso il mio.