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sabato 17 luglio 2021

CALABRIA
di Vincenzo Rizzuto


La politica zoppa della sinistra.
 
Ancor prima di iniziare qualsiasi ragionamento, voglio dire chiaramente che non ho nulla da obiettare contro l’eventuale candidatura della Bruni alla nostra Regione: non sta a me scegliere candidati e dettare strategie adatte a battere la destra in Calabria e nel resto d’Italia.
Ma, vivaddio! possibile che la sinistra in modo così pedestre ripeta continuamente gli stessi errori e porti la gente allo sbaraglio e al disorientamento alimentando così i pascoli della Meloni, dei Salvini e dei Renzi, compresi i vari Calenda della giornata.
È una vera pazzia, o no? quello che sta succedendo in Calabria, dove di volta in volta la cosiddetta sinistra, pur dopo clamorose sconfitte, identifica come suoi candidati solo e soltanto ‘capitani’ d’industria del tipo Rubbettino, Callipo, Ventura e, mentre scriviamo, scienziati come la Bruni, che forse sarebbe il caso di non disturbare e lasciare tutta concentrata nella ricerca sulle malattie neurologiche, ricerca a cui, se ricordo bene, tempo fa furono tagliate anche le risorse.
Possibile che la sinistra sia ridotta così male da non avere nel suo interno rappresentanti e personalità più adatte e rappresentative delle sue istanze, e soprattutto rappresentanti organici al mondo del lavoro e della società?
E qui, io credo, casca l’asino, qui si inceppa il meccanismo di questa attuale sinistra, digiuna di competenze e di letture, inesperta di linguaggio adeguato e di contenuti culturali di gramsciana e gobettiana memoria, nella quale anche l’uso del congiuntivo non faceva paura, e i partiti erano espressione di dibattito culturale continuo nelle piazze, nelle fabbriche, nelle università al pari dei centri rurali, da cui venivano fuori quadri e competenze adeguati ai bisogni della democrazia.
Oggi tutto questo è scomparso, e a scegliere i quadri, le strategie e i ‘candidati’ sono i ‘padroni’ delle varie consorterie, e in ogni schieramento ‘politico’ c’è un fondatore che di volta in volta decide cosa fare e chi premiare in base ai suoi interessi. Da qui la confusione e la caduta di tutti i valori fondanti della sinistra come della destra con derive molto pericolose ai fini della tenuta democratica del tessuto sociale.
Tutto questo spiega facilmente allora il continuo ricorso al commissariamento, con l’uso del ‘ragazzo prodigio’ di turno, nelle varie plaghe istituzionali, come sanità, finanza, protezione civile, trasporti e ogni altra attività sociale che paurosamente entra in crisi.
A quando, dunque, cari amici, il ritorno al dibattito, alla discussione collegiale, al coinvolgimento della gente nella risoluzione dei grandi problemi, compreso quello delle cariche pubbliche attraverso candidati provenienti dal basso, tenendo conto che il termine stesso di candidato viene dal latino e significa pulito, senza macchie, non sporco.