L’attuale
rimbalzo dell’epidemia da Covid-19 nel Regno Unito si presta ad alcune
considerazioni e deduzioni. In
primo luogo, la campagna vaccinale che ha puntato sulla vaccinazione di massa
con una prima dose di vaccino, anche dilatando i tempi della seconda dose,
basando questa strategia su considerazioni socio-politiche più che scientifico-sanitarie,
sta purtroppo mostrando la sua inadeguatezza di fronte al dilagare della
variante Delta nel Paese, con quella curva esponenziale dei contagi che tutti
abbiamo imparato a riconoscere. In
secondo luogo, l’efficacia della vaccinazione completa (prima e seconda dose) sia
con AstraZeneca che con Pfizer contro la variante Delta, in un primo momento
date come efficaci al 92% e 96% rispettivamente, per evitare l’ospedalizzazione
a seguito di infezione (dati forniti dal National Health Service, UK), viene
ora ridimensionata da casi riportati in Canada e Israele. Paesi nei quali la
vaccinazione è stata fatta prevalentemente con AstraZeneca e Pfizer,
rispettivamente. In questo secondo caso, il Ministero della Salute Israeliano
ha diramato un comunicato in cui si riporta che l’efficacia del vaccino per
prevenire sia l’infezione che la malattia sintomatica è da valutare attorno al
64% (dall’originale 95%). Un decremento di oltre 30 punti percentuali, vale a
dire un terzo della popolazione vaccinata è passibile di reinfezione. In un
ospedale di Calgary in Canada, su 22 casi di reinfezione di personale
sanitario, 10 erano completamente vaccinati (presumibilmente con AstraZeneca). Da
quanto si sta verificando nel Regno Unito si può dunque dedurre che la sola
prima dose di vaccino, di qualsiasi natura, non protegge significativamente
dalla variante Delta. Si sta inoltre delineando un quadro di possibile
reinfezione con elevata probabilità, anche per la popolazione doppiamente
vaccinata, in tutti i Paesi in cui si sta diffondendo la variante Delta, a
partire da quelli che hanno attivamente partecipato al Campionato Europeo di
calcio! (ma non solo). La
prima risposta a questa situazione, peraltro già fornita nei fatti da Israele,
è la immediata reintroduzione delle precauzioni personali (mascherine,
distanziamento, igienizzazione) da adottare sia all’aperto che a maggior
ragione, nei locali chiusi. Ma è verosimilmente ipotizzabile la necessità di
ricorrere ad una ulteriore campagna di vaccinazioni dopo aver adeguatamente
modificato i vaccini alle attuali varianti in circolazione.