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mercoledì 28 luglio 2021

GIUSTIZIA PER CHI?
 


Di fronte ai rischi della riforma della giustizia (la cosiddetta "riforma Cartabia"), PeaceLink esprime forti preoccupazioni e prende posizione con questo comunicato stampa nazionale. Abbiamo sempre considerato la magistratura come un potere indipendente a cui rivolgerci quando i decisori politici hanno ignorato i diritti inalienabili dei cittadini e non hanno tutelato la vita e l'ambiente. I decisori politici, dopo non aver eseguito - a volte anche colpevolmente - i propri doveri di tutela dei diritti dei cittadini, adesso limitano persino la magistratura a cui i cittadini spesso affidano la tutela di quei diritti disconosciuti e calpestati: il diritto alla salute, alla vita, alla sicurezza e alla legalità.
Questa riforma toglie deliberatamente potere alla magistratura e di fatto decreterà la morte di tanti processi in cui spesso sono coinvolti politici di dubbia moralità. Per noi è un fatto inaccettabile e entra in contrasto anche con l'articolo 13 della Carta di Nizza in base alla quale agisce la CEDU (Corte Europea dei Diritti dell'Uomo): "Ogni persona i cui diritti e le cui libertà riconosciuti nella presente Convenzione siano stati violati, ha diritto ad un ricorso effettivo davanti ad un'istanza nazionale".  
Chiediamo pertanto che venga pubblicato il seguente appello nazionale.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
 
Appello alla società civile

Una riforma che favorirà l'impunità a molti inquinatori, alle cosche mafiose e alla malapolitica.

 
PeaceLink si associa al grido di allarme che proviene dal mondo della magistratura ed esprime forti timori rispetto alla riforma della giustizia. Se non siete d'accordo sulla riforma della giustizia condividete questo testo.
 
PeaceLink esprime forti timori rispetto alla riforma della giustizia e si associa al grido di allarme che proviene dal mondo della magistratura. Dietro la foglia di fico di una riforma moderna e di alta civiltà giuridica, si garantirà di fatto l'impunità a molti inquinatori, alle cosche mafiose e alla malapolitica che usa lo Stato per interessi privati. La riforma non dà più strumenti alla magistratura ma li toglie, restringendone persino l'autonomia. Di fronte a questo grave tentativo di una parte della politica di approfittare di giuste istanze per garantire l'impunità per sé e per il proprio elettorato di riferimento occulto, occorre reagire e fare sentire la voce della società civile democratica e impegnata per la difesa dei valori della Costituzione.