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martedì 13 luglio 2021

PER BOBOLI
di Marco Geddes da Filicaia*
e Giovanna Lori*



In quei conventi io, come tanti colleghi medici, ho in gioventù trascorso tre mesi alla Scuola di Sanità Militare. In realtà, essendo fiorentino, dopo il primo mese avevo la possibilità di dormire spesso a casa. I “commilitoni”, provenienti da più parti d’Italia, erano affascinati da quei luoghi (evitiamo il termine “location”!) e guardavano incantati gli scorci della città, i chiostri che scandivano gli spazi, il Giardino di Boboli, che si estendeva sul fianco sud est. Talora fantasticavano di introdursi in Boboli, varcandone i confini. Ero allora certo che questo insieme si sarebbe saldato con le altre aree verdi della città, che questo pezzo di Firenze sarebbe stato restituito ai suoi abitanti, che la nota fragilità dei luoghi avrebbe senza dubbio sollecitato attenzione e interventi non invasivi: un museo diffuso? Abitazioni con spazi pubblici sull’esempio di quanto poi realizzato alle Murate, anche per assicurare una presenza di abitanti stabili nell’Oltrarno?
Che ne è dell’impegno - verbale - di mantenere abitata la nostra città? Di ripensare - dopo la pandemia - a un futuro diverso di Firenze se anche per questo bene pubblico, e quindi collettivo, non si abbandona la monocultura turistica?
 
*medico epidemiologo
*insegnante
 
 
 
BOLBOLI CHE NON ABBIAMO VISTO
di Giancarlo Donati Cori* 

 
 
Camerata, cessi orrendi, bagni freddi, piazzale, le manovre, l’appello, il parlatorio, l’alzabandiera, mensa, aula lezioni, CPS, CPR (Camera di punizione Semplice, di Rigore), il Silenzio. Sapevamo che dietro un muro c’era Boboli ma nessuno ci ha mai fatto vedere niente. Eppure avrebbe potuto essere la sede ideale per un grande College internazionale…
  
*già Allievo Ufficiale di Complemento
della Scuola di Sanità Militare