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martedì 6 luglio 2021

PER COSTA SAN GIORGIO 
di Abner Rossi*

Ex monastero benedettino
di Monte Oliveto

Dopo quasi due anni di interruzione dei rapporti sociali, singole e collettive relazioni umane, come anche economiche e culturali, dovremmo avere la capacità di guardare davanti a noi non per ripristinare la “normalità” del disprezzo e dell’interesse, ma per inventare una normalità eticamente e intellettualmente più valida. Insomma le nostre fronti dovrebbero essere tenute così alte da permettere ai nostri occhi non di offrirsi ai selfie o a qualsiasi altra forma di pubblicità istituzionale e politica finalizzata ad una delle tante competizioni elettorali. Sono da sempre le idee degli individui a qualificarli e a renderli decisivi per il futuro di una famiglia, di una Città e di un Paese. Noi tutti abbiamo la complessa fortuna di vivere in una Città d’arte dov'è museo quasi ad ogni passo. I discorsi e le promesse non solo “lasciano il tempo che trovano” ma sono una delle peggiori forme di distruttività perché giustificano la disattenzione verso luoghi che sono fragili e quindi da proteggere, salvaguardare, mantenere e da lasciare in eredità. Inoltre il vaniloquio promissorio promuove l’ignoranza, l’uso sconsiderato dei beni, la manomissione per fini spacciati prima per nobili e subito dopo come necessari per la modernità.
Anche la modernità necessita di fondamenta, se esse vengono abbattute (e il disprezzo può farlo) ogni blasone di nobiltà decade. Basta aprire un quotidiano in un giorno qualsiasi per leggere pessimi esempi di quanto male si può fare ai beni di una Città d’arte in nome di un futuro dove il compromesso al ribasso diventa la regola.
Serve che in Costa San Giorgio (dopo tutto ciò che è accaduto con le soppressioni post-unitarie), gli eventuali interventi tengano conto della storia del luogo e che si coltivino le compatibilità necessarie e i controlli. Occorre una mano leggera come deve necessariamente essere se essa è guidata da un amore per quella meravigliosa area di Firenze. Certo non può essere la fretta di disfarsene e superare il problema (per poterlo dimenticare prima possibile) a guidare gli atti del Governo del territorio.
Altro luogo che voglio sottoporre all’attenzione pubblica è il “michelozziano” Ospedale militare di Monte Oliveto, già Monastero Benedettino Olivetano fino al 1870 che, dietro un incomprensibile silenzio del Governo cittadino, sarà presto riconvertito in lussuosi appartamenti.
 
[*poeta, scrittore, regista]